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24 luglio 2009

Chianti Classico 1995 Querciabella

Mario Plazio
Ecco, questo è il Chianti che vorrei. Lontano da inutili mascheramenti barricosi o da concentrazioni estreme fini a se stesse (o a spuntare punteggi nella stampa d’Oltreoceano).
Quando avvicini il naso avverti le note territoriali e giustamente evolute di terra, humus e a seguire tartufo. Poi compare anche la viola e una punta di alcol che vela leggermente gli aromi più fini.
La materia di classe rivela un profilo snello ma continuo e di notevole acidità vibrante.
A tratti sembra forse paralizzato dalle note terrose, ma col tempo sfodera anche aromi di fiori, spezie e mare.
Il tannino è ruspante, forse anche troppo, ma probabilmente siamo abituati a vini esageratamente levigati e non sappiamo accettare una certa ruvidezza che è congenita a certi vitigni e territori.
Un vino ancora vivo e che sembra all’apice dell’evoluzione.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)

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