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23 settembre 2009

Achaval-Ferrer, quando l'Argentina esprime il territorio

Mauro Pasquali
La cantina Achaval–Ferrer nasce dall'intuito di Roberto Cipresso che riesce a convincere un gruppo di amici argentini ad acquistare un vigneto di oltre 90 anni in stato di completo abbandono e destinato a morire di lì a breve. Poco alla volta si sono aggiunti altri vigneti, tutti caratterizzati da un'età media delle vigne molto alta (oltre 44 anni) e dalla assoluta predominanza di malbec a piede franco, inattaccabile dalla filossera a causa della particolare composizione del terreno.
Siamo in Argentina, vicino a Mendoza, zona classica di produzione. Ma se pensate ai soliti vini argentini, muscolosi, potenti e che sanno solo di legno, state sbagliando.
Sono vini quasi europei, eleganti e che esprimono in modo netto e caratteristico il territorio da cui provengono, senza nasconderlo e senza mascherarlo dietro un gusto omologato.
In cantina sono molti i no che Achaval-Ferrer ha deciso di dire, a cominciare da un bel no a solforosa aggiunta, a correzioni di acidità, a chiarifiche, a criomacerazione, a filtraggi, a lieviti selezionati. Un bel no deciso che ha permesso di guadagnare in personalità, a tutto vantaggio del rispetto del terroir e di ciò che riesce ad esprimere.
Malbec Mendoza 2008
Il fratello minore dei vari Finca Altamira, Bella Vista, Mirador. Malbec in purezza, coltivato a quasi 1000 metri di altitudine e che racchiude in sé la filosofia aziendale: un vino nel quale, prima di tutto, devi riconoscere l'Argentina. Grande frutto al naso, accompagnato da note speziate e di tabacco. In bocca conferma quanto promesso con l'accompagnamento di una grande freschezza. Un bellissimo retrogusto agrumato caratteristico di tutti i Malbec di Achaval–Ferrer.
Due beati faccini: :-) :-)
Quimera 2007
Un taglio bordolese classico. Le proporzioni delle uve variano a seconda delle annate ma, ormai, con una costante predominanza di malbec (40-45%). Poi, a seguire, merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc. La scelta di miscelare i vini prima della fermentazione mallolattica è voluta per ricercare il migliore equilibrio possibile fra le varietà, con l'aspirazione di ottenere un vino con un'“unica anima”. Una chimera, appunto, anche sapendo che è impossibile da ottenere in ogni anno.
Un faccino: :-)
Finca Altamira 2007
Il malbec lascia il passo al terroir. Le caratteristiche varietali sono sopraffatte dalla forza degli altri elementi: terreno, clima, minerali che emergono dal vino e che donano quella complessità aromatica che ne fa un fuoriclasse. In bocca entra morbido, con tannini sorprendentemente eleganti per un vino giovane, a neppure tre anni dalla vendemmia (in Argentina si vendemmia in marzo) ma che avrà davanti a sé una vita lunga lunga. Il finale è sorprendentemente lungo, quasi interminabile.
Tre beati faccini: :-) :-) :-)

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