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27 febbraio 2012

Birra e fichi secchi

Angelo Peretti
Ecco, questa è un'altra delle cose che ho imparato negli stand di Identità Golose: birra e fichi secchi. Mica una birra qualunque: la Grand Cru della Moretti, rifermentata in bottiglia, e la bottiglia è da 0,75. Che magari non è facilissima da trovare, ma io l'ho acquistata anche in un supermercato, e dunque buona ricerca.
La Grand Cru è ambrata. Il colore è proprio quello dell'ambra. E sa di albicocca secca e di agrumi canditi. Mi piace.
Allo stand della Moretti la proponevano con le albicocche essiccate e coi fichi secchi. Secondo me, anche se il sapore della birra le ricorda, le albicocche erano troppo dolci per l'abbinamento. Ma i fichi secchi ci stavano benissimo, accidenti! Ho finito per mangiarne cinque o sei, con grave nocumento per la mia dieta. Mai e poi mai avrei pensato a un'accoppiata del genere e temo proprio (il timore è per le calorie dei fichi) che ripeterò l'esperimento.
Non si finisce mai di imparare.

1 febbraio 2011

Confettura di pere e vaniglia Bourbon Le Tamerici

Angelo Peretti
"And the Angels Sing" è un brano famosissimo del repertorio dell'orchesta di Benny Goodman e poi di tanti altri. Ora, si dà il caso che di Angeli me n'intenda, e dunque se dico che stavolta ho sentito davvero gli angeli cantare, come sostiene la canzone, be', penso di sapere quel che dico. Scherzo, ovviamente, ma mi tocca invece sul serio rispolverare un aggettivo desueto come "celestiale" per definire una confettura che m'è capitato di spalmare dal pane la mattina a colazione.
Ora, credo che importi poco se sono stato fuori sudare riprendendo il mio jogging mattutino per cercare di contenere gli effetti degli eccessi enoici e gastronomici, ma gli è che al ritorno non trovavo alcun barattolo della consueta marmellata, e allora, rovistando, ho riscoperto un vasetto, che avevo ricevuto in dono a Natale, della confettura di pere e vaniglia Bourbon che fa la Paola Calciolari alle Tamerici, a Bagnolo San Vito, terra mantovana. E ho scoperto la quadratura del cerchio: è possibile, sì, è davvero possibile spalmare sul pane appena un velo, un velo soltanto di confettura, se questa ha una pienezza di sapori, e un'armonia, un'eleganza, e insomma una bellezza celestiale come questa. Sapori pieni, appaganti, avvolgenti, persistenti, gratificanti, intendo. E te ne basta proprio poca. Oh, sì: la quadratura del cerchio.

22 febbraio 2010

Tarallini Gay-Odin

Angelo Peretti
Probabile che mi legge li conosca già, soprattutto se bazzica dalle parti di Napoli. Per conto mio, i tarallini di Gay-Odin li ho scoperti da poco, in un piovoso pomeriggio napoletano, nel punto vendita quasia all'inizio di via Toledo, dietro la galleria. E ne sono rimasto affascinato.
Gay-Odin è l'insegna d'una cioccolateria. A Napoli ce ne sono più succursali, ma ne trovate anche a una a Roma e un'altra a Napoli. Fanno una serie di cioccolatini che uno tira l'altro. Per esempio gl'incantevoli albanesi, con dentro la ciliegia (con tanto di nocciolo) e il liquore che - dicono in bottega e scrivono sul sito - è allo sherry (ma sarà mica invece al cherry, cioè al liquore di ciliegia? mah, mi resta il dubbio). Ma sono stati soprattutto i tarallini ad ammaliarmi.
Ammaliare: verbo antico, desueto. In realtà, stavo per scrivere "stregarmi", ma sarebbe sembrato un gioco di parole, ché quest'incantevoli, eleganti tarallini son degli anelli di sottilissimo cioccolato ripieni di liquore Strega.
Buonissimi, e appena torno a Napoli ne faccio una nuova scorpacciata.

26 maggio 2009

Prosciutto di cinta senese Macelleria Fracassi

Angelo Peretti
Strane cose accadono a chi fa il globetrotter fra una manifestazione enoica e l'altra. Per esempio, andare a un evento a Napoli per parlare dei vini rosati del "tuo" lago di Garda e tornare indietro avendo stampato nella memoria uno strepitoso prosciutto toscano. Viva l'Italia.
Il prosciutto in questione l'ho tastato al tavolino di Simone Fracassi, patron della "Macelleria Fracassi dal 1927", come dice il biglietto da visita. E la bottega è a Rassina, in provincia d'Arezzo: un posto che senz'il Tom Tom probabilmente non troverei mai.
Ma se passate in terra aretina, cercatevelo 'sto posto, perché il prosciutto - carne di maiale di cinta senese - è di quelli che te ne basta una fettina per far pranzo, da tant'è profumato. E in bocca è setoso, perfino.
Se tanto mi dà tanto, mi sa che anche la finocchiona (che non ho mess'in bocca perché ho dei problemucci coll'aglio) e le carni da macelleria son di quelle da fuori di testa (non mi stupisce che l'invitino un po' dappertutto, perfino in tv, 'sto norcino).
Fatemi sapere, in caso abbiate modo d'approfondire.

16 aprile 2009

Croissant Panificio Contolini

Angelo Peretti
In realtà, era da prima di Pasqua che volevo scrivere del panificio Contolini di Calmasino (la fotina ne ritrae un angolo: il panificio è praticamente di fronte, a poche centinaia di metri da Villa Belvedere, sede del Gruppo Italiano Vini, potenza dell'italico mondo enoico), frazione collinare di Bardolino, riva d'oriente del lago di Garda.
Pensavo di consigliare d'andare a comprare la loro colomba pasquale. Ma poi mi son detto: "Ecché, se ci va troppa gente rischio di restar senza io!" Dunque ha prevalso l'egoismo. Ed ho atteso.
Assicuro che la colomba dei Contolini è strepitosa. Di cosa deve sapere una colomba di Pasqua? Di farina, lievito madre, uova, burro, mandorle, uvetta, glassa. Ecco: la colomba dei Contolini sa, all'ennesima potenza, di farina, lievito madre eccetera eccetera. Peccato che ne fanno una quindicina di pezzi al giorno, mica di più.
Ora, se volete andarci, dai Contolini, non pensiate di trovare chissà quale boutique gastronomica. Si tratta d'un mini (ma proprio mini) market di paese. E dentro, sugli scaffali, ci son prodotti dell'industria agroalimentare. La roba davvero buona è quella fatta nel forno, nel retrobottega. E dunque, la colomba a Pasqua, e i croissant tutti i giorni.
Croissant per gente che se n'intende e ha stomaco buono. Mica quelle robette riscaldate nel microonde nei bar di città. Nossignori. Qui è un concentrato d'uova (bio) e di burro (caspita se ce n'è!) e di farina eppoi anche di confettura. Roba che con una ci mangeresti in due. Roba seria, tosta assai. Grandiose aperture di mattina. Peccato solo che per trovarli, 'sti croissant, occorra passare per forza (prestino: piccola produzione, vanno a ruba) da Calmasino.
In ogni caso: evviva i panettieri artigianali!

26 marzo 2009

Birra Pedavena

Angelo Peretti
Certo non avrà portato chissà che contributo, ma anche quest'InternetGourmet era stato tra i "siti amici" della storica birreria bellunese Pedavena, quando c'era il rischio, concreto, che chiudesse.
Era il 2004: la proprietà era allora della Heineken, che aveva deciso di chiudere. Inefficienze, dicevano.
Gli operai e la comunità locale s'erano mobilitati.
Alla fine, nel gennaio del 2006, la buona notizia: lo stabilimento se la comprava la Birra Castello di Udine. La tradizione era salva.
Non m'era più capitato di berla, la Pedavena. Finché qualche giorno fa non ho trovato al supermercato le bottiglie da mezzo litro: inevitabile metterne una nel carrello.
E ora dico: meno male che non ha chiuso. Ché stapparla e annusarla e berla è stato come fare un salto indietro nel tempo. A ritrovare quel tono luppolato delle birre italiane d'una volta. Di quand'ero giovanissimo e bere birra era una specie di roba da grand'occasione. Esclusivamente estiva.
Eh, sì: 'sta superpremium paglierino-dorata, dalla schiuma cremosa e dall'amarognolo di luppolo ha proprio un sapore stampato nel ricordo.

21 marzo 2009

Elixir di China Calisaia Massagli

Angelo Peretti
Non sono (più) un bevitore di superalcolici & distillati. Una volta mi piacevano, ora meno. Epperò, sarò anche all'antica, ma se trovo una china, allora non resisto a un bicchierino a fine pasto. China di quella vera, buonae amaricante, mica le sdolcinature dell'industria.
La china della farmacia Massagli di Lucca da qualche anno a 'sta parte raramente manca in casa mia.
La farmacia c'è ancora (sì, sì, proprio farmacia: ci si trovano i medicinali, e c'è un bell'arredo antico, per quel che mi ricordo), dietro alla chiesa mi par di san Michele, nel fascinoso centro storico, e ci vendono anche il liquore, che però fanno altrove: leggo sul sito che ne producono dai quaranta ai cinquantamila litri per anno.
Alla corteccia di china ci aggiungono, in macerazione, erbe, radici e spezie. L'insieme ha del bell'equilibrio. Amarognolo e pastoso, è roba di carattere, che peraltro preferirei un pochetto meno zuccherosa, ma tant'è.
E in ogni caso dopo un piatto robustello - che so: un baccalà alla vicentina - un calicino me lo sorbisco volentieri, pian piano.