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19 dicembre 2010

Ribera del Duero Vega Sicilia Unico 1985 Vega Sicilia

Mario Plazio
Ci sono alcuni vini che si devono bere almeno una volta nella vita. Vini che per la rarità o il loro costo fuori dalla norma difficilmente ci possiamo permettere, nonostante la nostra grande passione. Il Vega Sicilia è uno di questi, e non è nemmeno uno dei più cari.
L'immensa classe di questo spagnolo si rivela soprattutto in bocca, dove tutto è ai limiti della perfezione. Densità, morbidezza, eleganza, persistenza. Tutto è (quasi) ai massimi livelli.
Eppure c’è qualcosa che non mi convince pianamente, almeno in un vino di questa caratura, dove pretendi che tutto si esprima con coerenza ed armonia.
Direi che il naso non è dei più eccitanti che mi sia capitato a tiro. Percepisco un filo di rigidità, probabilmente dovuta all’uso di un legno americano (come capita spesso in Spagna) che toglie eleganza e complessità all’impalcatura del liquido.
Esemplare la tenuta nel bicchiere: terra, sangue, spezie, vaniglia. C’è molto, ma potrebbe essere ancora più profondo.
Non conosco il valore dell’annata, potrebbe non essere una delle migliori, però non mi espongo.
Il palato è comunque uno dei più seducenti che mi sia capitato di sentire, con una finezza di grana dei tannini davvero esemplare. Ecco, qui possiamo davvero parlare di seta, la consistenza è assolutamente fuori portata per i comuni mortali.
Tre faccini (con un piccolo meno) :-) :-) :-)

29 ottobre 2010

Rias Baixas Albariño Dona Rosa 2006 Bodegas Martinez Serantes

Mario Plazio
Non capita spesso di bere vini spagnoli e tanto meno bianchi fermi. L’immaginario del vino spagnolo si orienta piuttosto verso rossi corposi, legnosi e caldi. In realtà la zona della Rias Baixas presenta un clima estremamente fresco e ventilato per le influenze del vicino oceano. Anzi, le uve faticano a maturare in certi anni.
Posso testimoniare per esperienza personale che ad agosto del 2007 c’erano temperature di 11/12 ° con massime di poco sopra ai 20!
Un ristoratore del luogo ci ha consigliato questo Albariño che si è rivelato ben fatto, anche se fin troppo tecnico e scolastico.
I profumi sono bloccati da una solforosa in eccesso, tanto che si sono aperti solo il giorno dopo.
In bocca si viene subito colpiti dalla tipica (questa volta il termine non è abusato) acidità della tipologia.
Non ha certo una straordinaria complessità, ma si abbina alla perfezione a una cucina marinara anche ricca come si usa da quelle parti, dove si usano peperoni e altre verdure con pesci di carattere, baccalà o molluschi (eccezionali le cozze allevate nelle insenature locali).
Un faccino :-)

14 gennaio 2010

Rias Baixas Albariño Granbazán Ambar 2006 Agro de Bazan

Angelo Peretti
Devo a Mario Plazio, ottimo degustatore, grand'esperto di vini francesi e di tant'in tanto anche redattore di qualche scheda che molto volentieri ospito su quest'InternetGourmet, la conoscenza di questo bianco spagnolo. Bel bianco.
Che l'albariño sia uva da tenere in gran considerazione non lo scopro certo io, ma devo dire che quand'ho avuto occasione di berne i bianchi della Rias Baixas spagnola, be', ci ho trovato gran bottiglie. Con quel frutto così croccante e quelle vene minerali che, a tratti, quasi ti ricordano un Riesling.
Ecco, questo Rias Baixas - il Granbazán Ambar del 2006 - l'ho trovato avvincente. Con un frutto, appunto, di una giovinezza straordinaria sia al naso che in bocca. Pesca bianca, albicocca, ananasso. Croccanti.
Ha una stoffa di tutto rispetto, senza perdere in beva, e anzi c'è una freschezza salina che ti fa bere un bicchiere dopo l'altro.
Sul fondo, una sottilissima vena tra iodio e idrocarburo, che non copre ma accentua il frutto.
Vino buonissimo ora, e che probabilmente reggerà molto bene anche qualche altro bell'anno nel vetro.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)

29 agosto 2009

Sherry Dry Amontillado Tio Diego Valdespino

Mario Plazio
Ebbene, confesso. Ho una passione per i vini ottenuti da processi ossidativi. Sono liquidi imperturbabili, che pare traggano da quello che la tecnica più ortodossa considera un difetto nuove energie. Ecco allora che sembrano eterni, capaci di suggerire emozioni che solo a loro appartengono.
Il Tio Diego passa attraverso 8 anni di permanenza sulla “flor”, la caratteristica pellicola che sviluppa una ossidazione controllata. Poi invecchia altri 8 anni prima di essere imbottigliato.
Il naso è severo, concede poco alle facili emozioni. Si alternano frutta secca, cioccolato bianco, ciliegie sotto spirito e una forte nota di iodio. Col tempo scorrono anche aromi di capperi e pomodori secchi.
Il palato è tenuto in pugno da una acidità indomita che non cede di un millimetro. Questo attenua la evidente componente alcolica che invece scorre con eleganza nel finale dominato dal cioccolato, dalla noce moscata, dalla mandorla secca e dal mallo di noce.
Un vino impegnativo, quasi intellettuale, ma che saprà ricompensare coloro che vorranno accostarvisi con spirito di totale apertura.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)

31 gennaio 2009

Ribera del Duero Barrica 2003 Martin Berdugo

Angelo Peretti
Fan grandi rossi in Ribera del Duero, Spagna.
O meglio, fanno gran rosso per chi il rosso lo ama polposo e denso di frutto.
Questo Barrica di Martin Berdugo - l'uva è quella del tempranillo - la consistenza l'esprime già dal colore, rossissimo e quasi nero e con sfumature che tendono al violaceo.
Il naso magari appare un po' compresso, e son la mora e il pepe a venir fuori soprattutto.
In bocca è materico, e morbido. Ha tannino che mira al velluto. E la frutta rossa, stramatura, e il fruttino di bosco sono in bell'evidenza.
Ancora la mora accanto alla prugna, all'amarena, e soprattutto, direi, al mirtillo, succoso.
Riempie il palato, carnoso. Epperò non è solo da degustare, ché si beve, e va giù un altro bicchiere dopo il primo.
In fondo, sul finale, leggerissime note di liquirizia. Ma è l'unica rimembranza del legno dell'affinamento.
Ben fatto.
Due lieti faccini :-) :-)