1 gennaio 2007

La Valpolicella di Ernesto Bussola

Si intitola «In verde e rosso di velina» il volumetto che raccoglie le poesie a soggetto «valpolicellese» di Ernesto Bussola. L'edizione è del «Il Segno» dei Gabrielli editori di San Pietro in Cariano (Verona). A curare la pubblicazione è stato Franco Ceradini, instancabile promoter dell'arte poetica: è a lui che dobbiamo le selezione delle dieci liriche che riproduciamo sul nostro sito. Qui di seguito la prefazione dello stesso Ceradini tratta dal libro.

La terra ha un suono, un colore, una voce. Si stratificano nella Valpolicella i segni delle ere geologiche e quelli, più recenti, del lavoro dell'uomo. L'ondulato andamento delle colline, punteggiate di cipressi e di olivi, lo scuro delle forre, il verde snodarsi delle schiene dei monti che salgono con leggerezza, nell'alternarsi delle vigne e del bosco fino a farsi prato, Lessinia. Nella poesia di Ernesto Bussola - poesia di parola, poesia di immagini, dipinto - sono presenti filoni diversi: chi ha ammirato gli affreschi dedicati alla vita dei Tajapiere, o ha avuto la fortuna di leggere, di ascoltare dalla voce dell'autore le composizioni di impegno civile, le poesie politiche, i ritratti dal vero di uomini e donne di Valpolicella, chi ha avuto questa fortuna ritroverà nei lavori de In verde e rosso di velina la stessa ispirazione.
Una voce non ipocrita. Non si nasconde la verità. Basti leggere poesie come Inverno, ritratto dal vero di una natura piegata: "Distese di viti allineate / ripiantate nuove con pali / in cemento a sostegno / non legni, non olmi / a intercalo né più nidi sui rami / Ora in inverno col sole / i fili di ferro brillano / distanti ben tirati / con sequenze dai retinici / effetti Optical-Art." Una natura in cui il "nero contorto prevale" e neppure la bella giornata "fa supporre / germogli e frutti che saranno."
Vi è tuttavia del bello, nella nostra terra, qualcosa di indefinibile, differente da altri scenari - paesaggi boschivi e di viti come ve ne sono nel Chianti, nelle Langhe - rimasti più della Valpolicella intatti. Qualcosa che resiste nonostante le brutture, la trasandatezza, lo sciupio degli ultimi cinquant'anni. Un inscindibile armonizzarsi dei gesti dell'uomo nei ritmi della natura: le corti, le terrazze degradanti, le marogne, le strade che si arrampicano sulle falde delle colline, intrecciandosi con la fitta rete dei sentieri… Ma bello è anche il senso del lavoro ben fatto, l'attesa del maturare del vino, i gesti compiuti con scienza e ripetuti infinite volte, a farsi memoria., come in Valpolicella: "Cantine casali con l'uva / deposta sui caldi giacigli / a concentrarsi nei succhi / dopo un letargo di mesi / Sintesi di paesaggio / dai caratteri opposti / nel dolce e amaro / vellutato in schiettezza / anche di genti".
Cantare tutto questo è un diritto. Ritrovare l'equilibrio, la grazia della vita e delle sue infinite variazioni, restarvi fedeli con dedizione ostinata, è quanto ci spetta come risarcimento, riparazione sia pure parziale dei guasti recenti. E poi, l'armonia dei versi, i tratti di una poesia-pittura che sembra non esaurirsi nella parola o nei colori, ma prolungarsi come luce del tramonto sulle cose, mettendone in risalto i contorni, le proporzioni; be', tutto questo va letto, sfogliato come qualcosa di prezioso.
Franco Ceradini

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La Valpolicella nelle poesie di Ernesto Bussola

Poli Cella

Poli cella come a dire
tante cantine in valle
fin dall'antico quindi
qui s'è fatto vino
Pan Bacco e Sileno
erano di casa
e sulle aie i baccanali
vi si svolgevano annui
ove le Arianne e le figlie
di Lot mescevano
danzando fra fauni
ninfe e cupidi
ché i dardi scoccavano
rapidi fra un banchettare
un bacio ed un sorso
ad esaltare il vivere

Ernesto Bussola - 17 settembre 2002

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L'ua da recioto

Sora l'arela come monega
en cela
oltà sul taolasso la bela
ormai
da mesi se purga
i bagordi
e strapassi, beude
e spegassi
Smagrando la pansa
se strina
la pel par dentar
piassè tardi
ne la vita nova
essenza
de sucaro e sol
regalando
a omeni e done boresso
e alegria
ciamandose dopo de Valpolicella
Recioto

Ernesto Bussola - Dicembre 2000

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Ha il profumo di una bella signora

Ha il profumo di una bella signora
il Recioto, sontuosa austera,
come di rosa preziosa
dentro la serra. Il nome maschile
è insulto. È una donna
formosa in guanti e veletta
sui quaranta, piacente
gentile, di profferte allettanti

Se t'invaghisci è finita
divieni un amante fedele

Dosando amplessi assapori il bouquet,
le grazie e l'armonia che ci dona
lussuria, consuma

Ernesto Bussola - 25 agosto 2002

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Rondò dell'Amarone

Con voce baritonale il signore
sobrio di poche parole
medita prima, virile
e quel che dice ha valore

Garbato si concede elegante
ed accompagna silente
con voce baritonale il signore
sontuose dame in serate

Centellinato esprime regale
il massimo suo estro e fulgore
e si compara in annate altre
amorevolmente suadente

con voce baritonale il signore

Ernesto Bussola - 18 settembre 2002

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In verde e rosso di velina

Dopo la luppia
e l'erba saetta
sul ciglio del dirupo
l'ambrogano che sa d'incenso
urla

Nella terra de desquerta
è fiorita primavera
grassa in verde e rosso
di velina

In crepe, fongare, creta ocra
aspetta d'esser colta
ma oramai manco
sasso pregiato è cavato
più

In luoghi di dolore stati
e speranza sì, ma neanche
l'interludi ora più si sanno
rammentando
i sentieri occlusi di sterpi
prevaricanti escludendo
ai superstiti quel ch'è stato
di dove molti son partiti

I colori ora infatti
sulla roccia son scipiti
abbruniti nella patina
del tempo

Ernesto Bussola - 3 gennaio 2001

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Papaveri

En pochi scarmenè en giro par el campo
en gran macion envesse unito sul cumulo
de tera de riporto.

Ciari, sbiai e magri n'do ghera la tera bianca
seca coi crepi de la suta, grossi e spessi
n'do l'è scura.

Come vele al vento nel sol de giugno
i vibra come carte veline trasparenti,
sormontè en serti posti fa pì rosso,
en altri se ghe vede fora.

Ci sa parché pensando a la freschessa
a la delicatessa sì ma forte,
a l'amor ensoma, mi penso a lori,
ai papaveri rossi nel sol de
primaera.

Ernesto Bussola - 9 giugno 1981

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Novare

Il sentiero
circoscrive
brolo e bosco
con muraglioni e piante
poi uno lo penetra
deciso

L'avvicinarsi
alla stradina grande
produce un delta
di rametti
di sterrati come se
verso la fine
tutti impazienti
cerchino lo sbocco
loro congeniale
come le formiche

Ernesto Bussola - 9 marzo 2002

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Amarone e contrasti

Far na bela sena
o en pranso importante
con la sola acqua en tola
l'è farghe far el fante al re

Come bastonar l'aria o le pocie
parlar con uno ebete
magnar quan te ghe sono e viceversa
o quan te se sopo far le corse

El giusto vin par ogni cibo
l'è come el vestito entonà a le scarpe
o la gravata a la camisa

Ma anca el contrasto funziona
dolso-duro, grosso-secco
Amarone col pesce altroché,
a esaltarli i saori

Ernesto Bussola - 20 settembre 2002

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Sonetto al Superiore

Non possiede esagerazioni
semplicemente una pagina in bella
carattere tondo, un Bodoni
stampato con torchio a stella

Su carta a mano e scansioni
calibrature composte nella spaziatura
vuoto o pieno bene alternati
esemplari a tiratura limitata

Firmati appesi ai tuoi pensieri
come cosa buona in cantina
dona sicurezza tutti i giorni

Sapere di averlo il Valpolicella
Superiore in attesa di occasioni
ma pure per la bevuta quotidiana

Ernesto Bussola - 20 settembre 2002

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Era festa

La preparava la sera prima
quella bianca trasparente

L'indomani, domenica di solito
come in un antico rito

Mio padre prendeva la roncola
e un legnetto, lo faceva puntito

Poi col trivellino praticava foretto
spillando il primo in silenzio

Conficcava il legnetto a ostruire
e lo tagliava a filo doghe

Ribatteva col martello
e finalmente lo guardava

Scrollava un po' la testa
l'assaggiava e sorrideva da una parte
con fare furtivo quasi sempre

Alla mia attesa faceva un cenno
con la testa dicendo: è pronto

Ed era presto festa

Ernesto Bussola - 22 settembre 2002

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Il volume «In verde e rosso di velina» di Ernesto Bussola può essere acquistato presso Franco Ceradini - via Longobardi, 24 - 37029 San Pietro in Cariano (VR) - 045 7703890 - 347 2638322

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