2 giugno 2010

Recioto: it's such a wonderful wine!

Angelo Peretti
Ecco, queste sono le affermazioni che mi piace sentire da un produttore della Valpolicella. Anche quando sta con l’inviata d’una rivista americana, di quegli States che sono la patria d’elezione dell’Amarone valpolicellese.
Queste qui, di parole: "Recioto is a wine waiting to be discovered. It's sweet, but calling it a dessert wine is limiting. It's such a wonderful wine."
Traduco, per i non anglofoni: “Il Recioto è un vino che aspetta di essere scoperto. È dolce, ma chiamarlo un vino da dessert è limitante. È un vino così meraviglioso”.
Bello, bellissimo. E d’accordissimo, per me che son reciotista da sempre.
Ora, però, dovete immaginarvi questa dichiarazione risuonare in un inglese con un filino d’accento spagnolo. Perché a farla è stata una signora che ha sì il nome che sembra italiano, ma che è in realtà d’origine colombiana. Che ha vissuto per un sacco di anni a Chicago e che in Valpolicella c’è arrivata solo qualche tempo fa insieme col marito, purtroppo scomparso.
La signora è Lucia Raimondi, la titolare di Villa Monteleone, a Gargagnano, Valpolicella Classica. Di lei ho già scritto qualche tempo fa. Ne riscrivo adesso dopo aver letto quella sua splendida ode - posso chiamarla così? - del Recioto in un pezzo pubblicato sul Washington Post del 30 maggio (lo firma Valentina Pasquali).
Il Washington Post, mica scherzi.
E adesso aspetto. Aspetto che anche gli altri valpolicellisti, quelli autoctoni, tirino fuori l’orgoglio per il Recioto. Un vino straordinario: ci voleva una valpolicel-colombian-americana a dire questa sacrosanta verità?
Rinasca la passione per il Recioto. Per un vino che è sempre stato considerato la perla della Valpolicella. Il vino migliore, quello cui erano destinate solo le uve perfette, quelle delle réce, le “orecchie” dei grappoli, dagli acini spargoli. Il vino che era in assoluto il più caro in terra valpolicellese, prima del recente boom amaronista. Torniamo a scoprirlo per quello che è, il Recioto: un grande, grandissimo rosso. Mica da dessert, no, come perfettissimamente dice la signora Lucia. No, è un grande rosso da “ciàcola”, da chiacchiera, da conversazione (ciàcola significa questo in lingua veneta). Uno straordinario rosso da soppressa, il tipico salame veronese. E perfino, invecchiato quel tanto che basta, un compagno perfetto per la selvaggina: provatelo sui cinque anni con una lepre in salmì e mi saprete dire.

4 commenti:

  1. Sfondi una porta aperta, caro Angelo......
    Ma purtroppo, a parte qualche "Enclave di Talebani del Recioto", i produttori sono i primi a non crederci...

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  2. Reciotisti di tutto il mondo, unitevi, dunque. E pazienza se la stragrande maggioranza dei produttori vede il Recioto come una "rogna" che non rende certo come l'Amarone.

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  3. Concordo e sottoscrivo tutto. Recioto Fan Club, è ora di svegliarsi e pretendere a gran voce: VOGLIAMO IL RECIOTO DELLA VALPOLICELLA FATTO-COME-DIO-COMANDA!!!

    Lizzy

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  4. caro Max, io di sicuro sono uno di quelli che ci crede, ciao

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