22 febbraio 2012

L'economia dello Champagne e del Prosecco

Angelo Peretti
Il mondo sta cambiando, lo dicevo l'altro ieri prendendo spunto dalla lezione d'un filosofo. Anzi, personalmente credo che il mondo sia cambiato, definitivamente.
Ne dà conto in qualche modo anche la rivistona americana del vino, Wine Spectator. Dice che prima della recente recessione la gente aveva sempre più soldi e dunque cresceva anche la cifra che si era disponibili a spendere per una bottiglia di vino. Poi, durante la fase peggiore della recessione, quella disponibilità è calata, e sopra i 20 dollari - salvo casi eccezionali - nessuno era più disposto a comprar vino. Oggi i vini d'alto prezzo sono invece tornati a vendere negli Stati Uniti, perché l'economia americana ha dato segni di risveglio. Ma questo non vuol dire che gli americani siano più disposti a spendere e spandere. Usano la testa, adesso, e stanno attenti a cosa comprano e a quanto spendono per i vini quotidiani.
"Chiamatela l'economia dello Champagne e del Prosecco", dice Wine Spectator. E ricorda che nel 2008, nei giorni peggiori della crisi, le vendite di Champagne crollarono, mentre crescevano esponenzialmente le importazioni di Prosecco negli Stati Uniti. Adesso le vendite di Champagne in America sono tornate a crescere (+35% nel 2010), ma il Prosecco non dà segni di cedimento. "Customers are buying both", i consumatori li stanno comprando tutt'e due.
Ecco, questo è un cambiamento radicale negli stili di vita e nelle propensioni d'acquisto. In America, certo, ma si sa che là le tendenze si esprimono prima.
Si tratta - ne sono convinto - di un cambiamento che dovrebbe suggerire di ripensare interamente le politiche di posizionamento dei vini: è sciocco continuare a parlare di "grandi vini" contrapposti ai "vini quotidiani". Oggi questa contrapposizione non ha più senso, ed è dunque insensato farvi riferimento nelle politiche di promozione e di marketing. Meglio fare in modo che l'una categoria aiuti l'altra e che la crescita sia sinergica. Qualche idea "applicativa" al proposito ce l'avrei, ma non è facile scavalcare le barriere.

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