27 novembre 2009

Al rogo! Nelle chiese i ragazzini cantano l'elogio del vino

Angelo Peretti
Mi sa che d'ora in poi parroci, catechisti, animatori spirituali e maestri di cori ecclesiali rischieranno forte. Perché potranno essere accusati di istigazione a delinquere, aggravata dal fatto ch'è rivolta a dei minori.
M'è capitato, nel corso d'una cerimonia religiosa, di sentire un coretto di voci bianche (ragazzini, bravissimi, dell'età delle elementari e delle medie), cantare un brano (il titolo: "Frutto della nostra terra") che dice esattamente così:
Frutto della nostra terra,
del lavoro d’ogni uomo:
vino delle nostre vigne
sulla mensa dei fratelli tuoi.
Tu che lo prendevi un giorno,
lo bevevi con i tuoi,
oggi vieni in questo vino
e ti doni per la vita mia.
Me li vedo, i neoproibizionisti più esagitati che saltano sulla sedia scandalizzati: ma come, far cantare un elogio del vino a dei minorenni? Facendogli credere perfino che nel vino ci si incarna Cristo? Al rogo, al rogo! Questo è istigare al consumo dell'orrida droga che va sotto il nome di vino.
Non c'è più religione, si sa, e chi va ancora nelle chiese si ostina a pensare che il vino possa essere un simbolo della sacralità. Attenti a pensarla così, ché con l'aria che tira rischiate d'essere messi in croce.

2 commenti:

  1. ... Attenti a pensarla così, ché con l'aria che tira rischiate d'essere messi in croce. ...


    Perlomeno fino a che le riusciremo a conservare,le Croci.

    Marco B.

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  2. Già. Stessa aria, anche in quel caso. Triste.

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