28 novembre 2009

Sia lode alle frattaglie

Angelo Peretti
Non capisco perché la Mondadori, che l'aveva in catalogo, addirittura tra gli Oscar, non ristampi “L’Europa a tavola”, un libretto-gioiello di Léo Moulin, grand'esperto di storia europea, e in quell'ambito anche di storia della gastronomia.
M'è tornato alla mente, quel librino, perché per l'ennesima volta ho avuto da discutere con una donna che mi diceva di rifiutare l'uso delle frattaglie in cucina e in tavola. Ebbene, fra i vari, snelli capitoletti di quel volume, ce n’è uno che che si occupa delle frattaglie e del sacro, temi in stretto connubio nella cultura continentale.
Secondo il professor Moulin, il fatto che l’interesse alimentare per le interiora vari considerevolmente da un paese all’altro, sarebbe dovuto a quello che vien chiamato l’inconscio collettivo. Al punto che riguardo alle frattaglie, diversamente da altri generi alimentari, le reazioni sono quasi sempre categoriche ed immediate. Con un alto livello di repulsione da parte delle donne.
Per cercar di dare una spiegazione al fenomeno, Moulin suggerisce di far ricorso alla sociologia. E fra i vari motivi da considerare, “il primo, e più probabile, risale al fatto che le frattaglie sono state a lungo riservate alle classi superiori: cibarsi del cuore del nemico significava ereditarne il coraggio, mangiare il cervello di un lupo acquisirne la prudenza”. Per questi motivi, il popolino delle interiora non poteva nutrirsi, e “di questo divieto resta forse una traccia nel subconscio collettivo”. E comunque il divieto era categorico soprattutto per le donne e per questo veniva loro insegnato a disdegnarle, le interiora animali.
Ecco perchè ancora adesso “di fronte alle frattaglie in generale, e alla trippa e al cervello in particolare, molte donne provano non un sentimento di indifferenza ma un moto di repulsione sacra”.
E dunque, donne, volete continuare ad esser schiave di arcaici tabù? Ribellatevi, e cominciate a portare in tavola trippe e fegato, cuore e lingua, polmone, midolla. E poi rigaglie di pollo, testicoli d’agnello, rognone di vitello, fegatini di pollo, mammelle di scrofa, creste di gallo. E ancora timo, animelle, testina, cervello.
Ne guadagneranno il portafoglio e la buona tavola.

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