26 novembre 2009

Kings of Convenience - Declaration of Dependence

Angelo Peretti
Alla ricerca di un aperitivo che non sia troppo impegnativo e nel contempo neppure senza costrutto come sono certi beveroni stile happy hour? Un Prosecco (quello di Valdobbiadene o di Conegliano, intendo: con la nuova doc non mi ci sono ancora orientato) può essere la soluzione. Ce n'è di molto buoni, nel loro genere. Senza essere aggressivi, senza eccedere nella struttura o nella carbonica o nel frutto o nei terziari. Buoni per un pre dinner di corsa, sbocconcellando qualcosa con gli amici. Affidabili e adattabili. Flessibili. Non pretenziosi.
Alla ricerca adesso di un cd da mettere nel lettore tornando a casa dal lavoro o per una mezz'ora di relax in poltrona? Me n'hanno regalato uno che farebbe al caso vostro, se questa è l'esigenza: è il "Declaration of Dependence" dei Kings of Convenience. Chitarre acustiche, voci ben miscelate stile Simon and Garfunkel, melodie carezzevoli. Come un Prosecco extra dry. Magari non un vino (non un disco) di quelli imperdibili che resteraanno nella storia eccetera eccetera, ma alla prima occasione non disdegnerete di riascoltarlo (di rimetterlo nel lettore).
Ovvio che potrà interessare poco, ma è me è capitato che, ascoltato e riascoltato quest'album, a casa mi sono stappato proprio un Prosecco, ché me n'aveva fatta proprio venire l'idea. E non me ne sono pentito per nulla.
L'aggettivo giusto? Gradevole. Il disco e anche il vino.
Kings of Convenience - Declaration of Dependence - 2009

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