1 luglio 2011

I francesi del vino ci battono anche per il servizio al lettore

Angelo Peretti
Li avremo anche superati in quantità di vino prodotto - e non ne sono per niente orgoglioso, coi chiari di luna che ci sono nel mondo del vino oggidì: oltre a produrre bisogna anche vendere! -, ma quelli là, i francesi, hanno una marcia in più, non c'è niente da fare. È l'approccio che è diverso. In tutto: nella viticoltura (che così spesso copiamo da loro), nella produzione (e anche lì spesso copiamo), nell'informazione (e qui invece purtroppo non copiamo).
Prendiamo l'ultimo aspetto: l'informazione. Ecco: l'atteggiamento è molto diverso dal nostro. Direi più rivolto al servizio ai lettori.
Una guida come la Hachette noi non l'abbiamo: quella è interamente focalizzata sui territori, sulle denominazioni d'origine, mentre da noi nelle (tante) guide ci si concentra sulle aziende. Se voglio sapere quale sia il miglior vino che posso comprare quest'anno nelle appellation - che so - di Saint-Émilion o di Valençay (mai sentita nominare, vero?), di Chablis o di Montravel (sissignori, c'è anche quella), sulla Hachette trovo l'indicazione. Ovvio: a giudizio della Hachette, opinabile fin che si vuole, come qualsiasi giudizio, ma comunque indicativo. Da noi? Da noi, niente: so qual è il miglior vino delle aziende in guida, ma ci sono intiere denominazioni dimenticate, e comunque i piccoli produttori specializzati nelle doc locali vengono quasi sempre saltati a pié pari.
Se poi prendiamo i periodici, be', anche qui siamo lontanissimi. Sono abbonato alla Revue du Vin de France, e già un paio di mesi fa scrissi che quell'utilissimo fascicoletto - la guida ai millesimi - che pubblicano loro come allegato sull'andamento delle singole annate, noi ce lo sogniamo che qualche rivista lo metta insieme in Italia. Ora ho sul tavolo il numero di giugno della Revue, ed è pressoché tutto dedicato all'annata 2010. E dentro ti portano a conoscere zona per zona cosa sia successo in vigna e in cantina nel 2010. E ti propongono centinaia di recensioni di vini ritenuti meritevoli d'assaggio e d'acquisto fra quelli prodotti, zona per zona, nell'annata 2010. Ecco: anche un numero monografico del genere noi ce lo sogniamo. Eppure è uno splendido, utilissimo servizio al lettore.
Da noi no, da noi si attendono le guide. Si obietterà: per forza, se le riviste pubblicassero le monografie sulle annate, chi comprerebbe più le guide? Sbagliato. In primo luogo perché le guide non ti parlano delle singole annate, bensì dei vini (di diverse annate) in commercio nell'anno d'uscita. In secondo luogo perché anche la Revue fa la sua guida-volume, ma non ha il minimo problema a farsi concorrenza da sé.
Ripeto: è questione di mentalità, di atteggiamento, di approccio. Diversi, molto.

2 commenti:

  1. basterebbe copiare. Copiare chi e' piu' bravo e' il primo passo per diventare ancora migliori di lui. Pero' si presuppone che prima si debba riconoscere che l'altro e' piu' bravo. Ricordi: l'Italia batte la Francia, siamo i primi produttori mondiali? Ecco, tutto parte da li'.

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