28 luglio 2011

Oblivion, il Recioto proibito

Angelo Peretti
A volte se ne parla a sproposito dei vin de garage. Intendo quei vini che sono fatti artigianalmente (magari proprio dentro a un garage) in numeri così piccoli da metterli fuori dai circuiti commerciali, e spessissimo fuori dai disciplinari produttivi. C'è stato un periodo, intorno agli anni Novanta, che faceva figo dire che il tuo è un vin de garage, e allora si dipingevano come tali anche vini che garagisti non lo erano proprio. Questo qui invece, l'Oblivion, è davvero un vin de garage. Lo fa a Calmasino, frazione collinare di Bardolino, entroterra veneto del lago di Garda, un giovane tecnico di laboratorio enologico. Si chiama Alessio Bigagnoli.
Ora però tocca un'ulteriore premessa: in passato, prima che, con la nascita delle doc, la tipologia venisse lasciata nelle mani dei valpolicellesi, anche in riva al Garda si faceva il Recioto, quello rosso, con la corvina, la rondinella, la molinara, insomma, le stesse uve del Valpolicella. Poi si decise che il Garda non poteva essere reciotista, e amen. Alessio ha voluto tornare a quella tradizione, e ha fatto un passito rosso con le uve bardoliniste: corvina, rondinella, molinara, oseleta, barbera, sangiovese. Tutte raccolte a Calmasino, nei campi - giusto due campi veronesi, meno di un ettaro - del papà. Il vino l'ha chiamato Oblivion, dal titolo - mi pare d'aver capito - di una canzone di un gruppo heavy metal.
Il vino nasce artigianalmente, garagisticamente. Appassimento naturale in plateaux per tre mesi. "Viene tutto vinificato in casa - dice Alessio -, nella mia cantina. Quasi tutte le operazioni (fermentazione, primo affinamento) vengono effettuate in damigiana: già, proprio in damigiane da 54 litri, perché ne produco proprio quantità esigue e non posso venderlo perché sono 'abusivo', ovvero non ho una cantina a norma anche se cerco di rispettare al massimo tutte le regole per mantenere sano il prodotto e trattarlo con strumentazione igienizzata il più possibile. Anche le bottiglie sono riciclate".
Alessio ha un sogno: sistemare una rimessa agricola, metterla a norma e farla diventare una cantina vera. In bocca al lupo. Con un consiglio: partecipare al Garage Wine Contest al Terroirvino del prossimo anno, a Genova. Intanto, se v'interessa il genere, date un'occhiata al suo simil-blog WineChateauGarage. A proposito: molte belle le etichette.
L'Oblivion reciotista bardolinista (proibito) l'ho provato: uve dell'annata 2009, calda. Colore rubino traversato da vene aranciate. Naso dapprima un po' compresso, su vene più speziate - il pepe - che fruttate, ma s'apre, con lenta progressione. In bocca tensione tannica e acida, e dolcezza però zuccherosa, un po' sopra le righe, magari aggiunta, eppoi comunque confettura e caramellina e un ritorno di succo d'uva.
La pecca, l'unica, è quello zucchero che appare slegato, fuori struttura, aggiunto, appunto: occorrerà lavorarci. Ma il vino è già interessante così, ed è per pochi.

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