25 gennaio 2011

Champagne ed altre bolle, ma "naturali"

Mario Plazio
Cronaca della degustazione di una serie di Champagne a tendenza bio o naturale che dir si voglia, più un paio di vini pirata.
Questi i vini degustati e i relativi commenti con i punteggi a base 100 per una semplificazione delle valutazioni.
Simon-Selosse, Champagne Blanc de Blancs Grand Cru, Cuvée Prestige brut. Molto chiuso, anzi, vicino al mutismo. Qualche nota verde di mela e basilico. Bolla sottile ma poco raffinata, chiusura rapida. Rimangono molta acidità e freschezza, e questo è l’unico elemento positivo, anche se probabilmente è più dovuto ad una mancanza di complessità che a doti di fondo proprie. 80/100
Cavalleri, Franciacorta Collezione 2005. Naso piccante inizialmente, con crosta di pane, spezie, pesca e mandorla. Cremoso, ma non di grande spessore al palato. Coi minuti si apre su pompelmo e menta e offre una nota esotica. Progressivamente tende a spegnersi, c’è materia ma manca di vitalità. 82/100
Christian Lefèvre, Champagne Brut. Piccolo produttore a me sconosciuto, definito come piuttosto “rustico”. Classico naso segnato dai lieviti e con aromi di limone e mela. Ricorda il mitico citrato, ma non credo sia un complimento. Le bollicine sono aggressive e l’insieme manca di eleganza. Unidimensionale, si sentono ancora il limone e la mela. Acidità da vendere, che diventa anche mineralità. Un vino sbilanciato, ma non del tutto privo di interesse. Forse ha bisogno di sostare in bottiglia. Buon aperitivo. 83/100
Hure Frères, Champagne Brut Réserve l’Invitation. Altro produttore che non conosco. Naso abbastanza vorticoso e complesso, su tutto spezie e lieviti. Si rivela piuttosto aggressivo in bocca, con cenni di frutta secca e una impressione globale di un vino non ancora compiuto, che potrebbe trovare un miglior equilibrio in bottiglia. Mordibo ma non lunghissimo. 85/100
Jêrome Prévost, Champagne La Closerie, Les Beguines. Si cambia decisamente di registro con questa bottiglia. Al naso sembra dominato dal pinot nero: frutta rossa, lieviti, nocciola e minerale, il tutto con molta profondità ed eleganza. Addirittura coi minuti esce il marino e l’ostrica. Secco e diretto, senza troppi compromessi, riesce ad andare veramente lontano. 91/100
Georges Laval, Champagne Brut Nature Cumières 1er cru. Intenso al colore. Variegato all’olfatto con liquirizia, anice, frutta secca, spezie e smalto. Grande il carattere, anche se ho l’impressione che il vino sia in una fase ingrata e necessiti di riposare ancora per qualche mese. Si percepisce infatti un buon potenziale, ma non del tutto compiuto. 87/100
Jacques Selosse, Champagne Blanc de Blancs Grand Cru V.O. (Version Originale). Meno conosciuto del Brut Initiale, questo champagne non dosato rivela una dimensione del tutto diversa da tutti gli altri. Ha una profondità enorme, con un naso spettacolare, dove accanto ad una decisa mineralità si affiancano il miele, le noci e la nocciola cruda, il guscio di ostrica. Le bollicine sono impalpabili, qualcuno ha detto che si trattava di “vino” e basta. Potente ed elegante allo stesso tempo, finale interminabile su una nobile acidità che si accompagna a ritorni di spezie e curry. 94/100
Hure Frères, Champagne Brut Rosé l’Insouciance. Colore pallido. Naso di fragolina e marasca, decisamente troppo semplice. Evidente la carbonica in bocca, mentre poi esce una notevole acidità, non perfettamente supportata da una materia adeguata. 80/100
Laherte Frères, Champagne Rosé de Saignée Les Beaudières Vieilles Vignes. Colore buccia di cipolla, ma piuttosto spento. Naso difficile, soprattutto verdura e brodo, carne e minerale. La bocca dà l’impressione di un vino morto, ossidato. Il tappo ha effettivamente confermato i dubbi: la bottiglia non era a posto, ed è un peccato in quanto sotto le sensazioni negative sembrava avere molte cose da dire. NC
Christophe Lefèvre, Champagne Rosé de Saignée Brut. Bottiglia di difficile decifrazione, che ha richiesto una grande attenzione. In un primo tempo escono delle note fruttate fin troppo evidenti e dirette. A me è sembrato un bel Bardolino… Nei minuti cresce la complessità, diventa anche minerale e profondo. In bocca ha struttura, è sicuramente rustico ma ha carattere. Abbiamo poi saputo che il vino non è ancora in commercio e che il dégorgement è avvenuto da meno di tre settimane. Credo che tra 12 o meglio 24 mesi sarà molto interessante. Non sono molti gli Champagne prodotti con la tecnica della saignée, e questo è un bell’esempio. 86/100
Barranco Oscuro, Brut Nature Seleccion Millesimé. Spumante metodo classico prodotto a 1300 metri di altezza nel sud della Spagna, nei dintorni di Granada. A me non è per nulla piaciuto. Al naso è metallico e pesante, ravvivato solo da qualche ricordo di agrumi. Ma è soprattutto la bocca che non decolla, resta sgradevole, ai limiti dell’ossidazione, senza finezza. 75/100

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