9 gennaio 2011

Vin Natur: il Veneto e il Trentino

Mario Plazio
Continua su InternetGourmet la pubblicazione delle mie note di degustazione dei vini che ho avuto modo di assaggiare all’edizione tarantina di VinNatur, sul finire d’anno. L’excursus fra i “vini naturali” presenti alla rassegna ha toccato prima il sud, poi le isole, quindi il nord-ovest e l’area friuliana ed emiliana del nord est: ora eccoci alla quinta tappa (la seconda delle puntate dedicate al nord-est italiano) coi vini del Trentino e del Veneto (nella foto, uno scorcio delle vigne di Elisabetta Foradori), con il teroldego, la nosiola ed una soprendente durella.
Chiuderò nei prossimi giorni con i vini sloveni e con il drappello dei francesi.

Foradori (Trentino)
Myrto 2009. Fine e delicato, al palato è semplice. Un po’ anonimo.
1 faccino :-)
Nosiola Fontanasanta 2009. Nuovo vigneto acquisito nelle alture di Trento. Uve vinificate in anfora con 4 mesi di permanenza sulle bucce. Il vino è più elegante di quanto ci si potrebbe aspettare, tra la freschezza degli agrumi e la complessità della frutta secca. Sapido e compatto.
2+ faccini :-) :-)
Teroldego 2008. Ottima annata per il base, spontaneo, fruttato e godibile.
2 faccini :-) :-)
Granato 2007. Naso di spezie, cuoio e more con un leggero calo di intensità a metà palato. Sembra più semplice e meno profondo di altre versioni.
2+ faccini :-) :-)

Daniele Portinari (Veneto)
Pietrobianco 2009. Assemblaggio di pinot bianco e tai bianco. Fruttato, morbido ed accogliente, bella maturità, con finale di mandorle e frutta secca. Manca un po’ di cattiveria nel finale.
1 faccino e mezzo :-)
Tai Rosso 2009. Prima uscita con questa uva. Nonostante la giovanissima età delle viti, il vino risulta elegante e godibile, più improntato sulla lunghezza che sulla potenza alcolica. Da seguire.
2 faccini :-) :-)

Daniele Piccinin (Veneto)
Monte Magro 2008. Durella con 1 giorno di macerazione sulle bucce. Naso tra il dolce e il minerale con un gran frutto in bocca. Spinge molto, con la proverbiale acidità ben bilanciata dalla maturità del frutto.
2 faccini e mezzo :-) :-)
Bianco dei Muni 2008. Naso originalissimo, dominato da una grande mineralità che “sente” il territorio vulcanico. Al palato si accompagna una bella frutta matura che rimanda allo chardonnay, mentre il finale è ripreso in mano dalla durella che conferisce allungo e freschezza. Teso e maturo.
3 faccini :-) :-) :-)
Rosso dei Muni 2008. Selvaggio e animale, ciliegia e sangue, è in continua evoluzione e deve trovare il giusto equilibrio gustativo acido/tannico. Da risentire.
1 faccino e mezzo :-)

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