13 gennaio 2011

Il Terra Crea: a Soave è nata una stella, sul creasso

Angelo Peretti
Dunque, se dico che è nata una stella, mi si può obiettare che la frase è già sentita. Ma lo dico: è nata una stella. E la stella è un vino passito bianco (dorato) fatto con l'uva di garganega a Soave. E le sento le obiezioni: già, la scoperta dell'acqua calda, il passito con la garganega a Soave non è mica una novità. Invece questa è una novità, ed è stellare. Si chiama Terra Crea, prima annata il 2005, e non è ancora in commercio, e non è mica escluso che non ci vada pressoché neanche mai, visto che se n'è fatta una manciata di bottiglie da mezzo litro, e se gira la voce spariranno tutte in un amen. Perché, fidatevi, e non fatelo sapere troppo in giro per non restare senza, è un gioiellino, e se avete modo di passare da Soave e convincere i Coffele a vendervene una bottiglietta, be', vi porterete a casa un gran vino. Che se poi invece ne aveste una bottiglia in più e non vi convincesse, sappiate che sono disposto a ricomprarvela io.
Che ci ha di così buono 'sto Terra Crea? Che mette insieme freschezza e ossidazione, stile da Vin Santo e verve da Beerenauslese, dolcezza e tensione, finezza e carattere, frutto e spezia. Tutto insieme. L'ho tastato prima di Natale in cantina, e dopo qualche giorno a casa mia, e nella bottiglietta ne ho lasciato quattro dita, senza tappo, e al caldo di casa per tre giorni, e dopo tre giorni quelle quattro dita di vino erano ancora in forma smagliante, opperbacco.
Il Terra Crea lo fa Alberto Coffele. E in etichetta Alberto ci scrive parecchie cose interessanti, che riporto testualmente. Ordunque, sul fronte è scritto: "Coffele Terra Crea Passito 2005 100% uva garganega" e sul retro: "Veneto Bianco indicazione geografica tipica Passito 2005. L'uva è stata pigiata lunedì 4 aprile 2006 con una resa dell'8%. Il vino senza l'aggiunta di alcun additivo è rimasto in barriquee per 55 mesi. Ha fermentato con lieviti autoctoni, non è stato chiarificato né filtrato e non è stato aggiunto di solfiti. Questi i valori analitici: alcool 7,71%; estratto secco netto = 48,6 g/l; ac. volatile = 1,06; zuccheri = 366 g/l; so2 tot. = 19 mg/l. Prodotto e imbottigliato all'origine dalla azienda agricola Coffele Alberto. Soave". Credo poco ci sia da aggiungere, e non domandatemi se sa di fico o di dattero, di miele o di noce. Sa di tante cose, e bisogna assaggiarlo e goderselo, più che parlarne. Ma soprattutto, avete letto? Vi ripeto un numero: 366 grammi di zucchero per litro. Tantissimo. Eppure non te ne accorgi, ché la dolcezza è benissimo bilanciato da un'acidità quasi salina.
Ha un problema, però, questo vino: il problema è che potrebbe virtualmente, a mio avviso, durare in eterno, con quelle sue caratteristiche (e con l'aiuto del sughero serrato dalla ceralacca, che sigilla, più che tappare, e regge anche qualora, fra un tot di anni, il sughero cominciasse a dar segni di cedimento), ma che non durerà invece purtroppo granché, se devo guardare il caso mio, che, pur essendo amante dei vini lungamente invecchiati, non ho resistito, e ho stappato.
Irresistibile: ecco, forse è questo l'aggettivo giusto per il Terra Crea. Almeno per me.
Oh, dimenticavo. Che significa Terra Crea? Me l'ha spiegato un mio omonimo. Si chiama Angelo anche lui, ha un bel po' d'anni (un bel po') più della mia già veneranda età e lavora nelle vigne dei Coffele da mezzo secolo e conosce quelle vigne per nome e la loro terra metro per metro. La terra crea, m'ha detto, è terreno calcareo bianco, è creasso. Garganega e creasso, che accoppiata.

4 commenti:

  1. meno male che c'ero anch'io
    una serata da ricordare, che bello il buon vino condiviso
    grazie Ambra

    RispondiElimina
  2. È bello navigare fra i dialetti del nostro Veneto, scoprendo omonimie, differenze, modi di dire, che cambiano di provincia in provincia, di comune in comune, di frazione in frazione.
    Tutto questo per dire che mio padre usava terra crea per indicare l'argilla, e non il terreno calcareo. Che bella cosa la diversità.
    Ciao.davide

    RispondiElimina
  3. Angelo mi incuriosisce sempre con le sue degustazioni,e ieri sera abbiamo degustato " la " stella" chi io definerei " Chicca" pensiamo 100 kg d'uva scelta dopo 5 anni degustare 8 litri di nettare, non possiamo chiamarlo Vino, ci ha colpito il complesso dei profumi indefinibili i suoi ricchi zuccheri che sparivano al palato, che dire: bravo Alberto.
    se fosse parlare di prezzo???? Fortuna che il buon Alberto l'ha offerto.
    Grazie
    Paolo

    RispondiElimina
  4. @Ambra. La condivisione è una delle cose belle del vino. Chi non lo capisce, non capisce il vino.
    @Davide. Sono d'accordo con te.
    @Paolo. Grazie della bella testimonianza, e concordo con l'interrogativo: a che prezzo dovrebbero venderlo?

    RispondiElimina