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1 gennaio 2003

Caviar

Caviar, foto di Enrico Lucarini.
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I nostri faccini

Il parere contenuto nelle nostre segnalazioni è rapportato alla tipologia di vino (o dell'olio) e poggia in primis sulla piacevolezza che la bottiglia ha saputo trasmettere. Il giudizio è dato in faccini stile sms.
:-) un faccino è per un vino (olio) corretto e comunque piacevole
:-) :-) due faccini per un vino (olio) di bel piacere
:-) :-) :-) tre faccini per i vini (gli oli) appaganti, le punte massime delle rispettive tipologie.
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Elogio del vinino

Elogio del vinino
ovvero
Manifesto per la piacevolezza dei vini da bere
Nell’epoca del dominio globale dei vini concentrati, tannici ed alcolici, rivendichiamo il diritto alla piacevolezza dei vini da bere.
All’estetica autoreferenziale della degustazione anteponiamo l’immediatezza appagante della freschezza fruttata e della sapidità.
Alla razionalistica dittatura della valutazione centesimale opponiamo l’umanistica vocazione alla convivialità del vino, simbolo della condivisione e della fraternità.
Rifiutiamo l’omologante gusto internazionale nel quale è smarrita ogni specificità, sostenendo l’unicità del vino che interpreta il sapere gastronomico d’un territorio.
Rifuggiamo dall’ossessiva ricerca della perfezione enologica, preferendo il vino nel quale si sostanzi l’irripetibile comunione dell’ambiente naturale e dell’ambiente umano.
Promuoviamo l’onesto piacere del vino come risposta all’incultura dell’eccesso ed alle opprimenti teorizzazioni del dilagante neoproibizionismo.

Appunti per una estetica del vinino

Appunti per una estetica del vinino
Pur gradevole da bere fuori pasto, il vinino ha come caratteristica saliente l’estrema abbinabilità con il cibo, grazie alle proprie doti di elevata versatilità negli accostamenti gastronomici.
Essendo improntato all’immediatezza di beva, la gradazione alcolica del vinino non supera, di norma, il 12,5%.
Il quadro organolettico del vinino si rifà ai caratteri delle uve e del territorio di origine: viene pertanto ritenuto essenziale che il vinino trasmetta le sensazioni varietali tipiche dei vitigni di origine, in termini di apporti fruttati o vegetali, nonché le percezioni salienti del terroir d’origine in termini di sapidità, freschezza, mineralità, speziatura.
Essendo il carattere varietale originario uno dei canoni elettivi del vinino, di norma viene escluso l’utilizzo di qualunque tecnica di appassimento delle uve, nonché il ricorso a surmaturazioni che inducano eccessiva alcolicità o dolcezza.
Normalmente, allo scopo di non alterare il quadro organolettico riveniente dalle uve e dal territorio di origine, tutte le fasi di vinificazione del vinino avvengono in contenitori di acciaio o di cemento e parimenti nelle stesse, o nel vetro, avviene l’affinamento, escludendosi invece la botte – di qualsiasi dimensione – qualora il suo eventuale utilizzo apporti tracce evidenti sotto il profilo organolettico.
Per rispondere all’esigenza dell’immediatezza di beva, il vinino viene normalmente posto in commercio nell’anno successivo alla vendemmia delle uve da cui trae origine; nel caso di più protratti affinamenti, in termini generali sono in ogni caso da escludersi fra i caratteri organolettici del vinino le sensazioni terziarie derivanti dal prolungato affinamento o dall’invecchiamento.
Per meglio individuare la corrispondenza ai caratteri essenziali del terroir d’origine, di norma il vinino viene prodotto nell’ambito delle previsioni delle denominazioni di origine o delle indicazioni protette, escludendosi in ogni caso i vini derivanti da uve provenienti da una pluralità di aree geografiche oppure, in linea generale, da vitigni non caratteristici dei territori di origine (ancorché non necessariamente autoctoni); fanno eccezione i vini che, a causa di lacune o di restrizioni normative, vengano ottenuti da vitigni storici o comunque da lungo tempo acclimatati nella zona di produzione, ma non ricompresi nelle varietà normate dai disciplinari dello specifico territorio, ovvero ricompresi solo in termini di apporto parziale.
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