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8 dicembre 2009

Il Manifesto di Vignerons d’Europe

Manifesto di Vignerons d’Europe 2009
Il vignaiolo si prende cura in prima persona della vigna, della cantina e della vendita.
Il vino del vignaiolo è vivo, dona piacere, è figlio del suo territorio e del suo pensiero. Espressione autentica di una cultura.
Il vignaiolo considera il consumatore un co-produttore.
Il vignaiolo custodisce e modella il paesaggio nel rispetto della biodiversità e della cultura del proprio territorio, che racconta e arricchisce.
Il vignaiolo come agricoltore si assume la responsabilità di preservare e migliorare la fertilità del suolo e l’equilibrio degli ecosistemi.
Il vignaiolo si impegna a rinunciare all’utilizzo di molecole e organismi artificiali e di sintesi con l’obiettivo di tutelare il vivente.
Il vignaiolo governa il limite in tutti i suoi impegni ricercando l’ottimo, mai il massimo.
Il vignaiolo si assume la responsabilità della propria attività nel rispetto dell’ambiente, della salute del consumatore e dei destini della propria comunità e della terra.
Il vignaiolo si impegna a creare e alimentare relazioni con altri vignaioli, agricoltori, produttori di cibo, cuochi, università e istituti di ricerca, educatori e cittadini nella propria comunità e nel mondo.
Il vignaiolo pratica la trasparenza: dice quello che fa e fa quello che dice.
I Vignerons d’Europe riuniti a Firenze chiedono alle autorità nazionali ed europee di non ostacolare il loro lavoro con regolamenti adatti all’industria ma non alle loro particolarità.

Pillole di Vignerons d'Europe #2

Carlo Petrini, presidente di Slow Food
A Bruxelles comandano le multinazionali. Noi dobbiamo contrapporre questa nostra multinazionale virtuosa di piccoli produttori. I vignerons e i contadini per aver peso nella politica europea devono fare sistema. È necessario che si rapportino con i ristoratori, i vari attori del settore e soprattutto con i consumatori, che io amo chiamare coproduttori, in quanto soggetti informati, attivi e responsabili. Noi oggi qui riuniti ci confrontiamo, scopriamo le diverse culture per creare una rete e superare i limiti del nazionalismo dei vignerons, troppo parcellizzati, forti sul territorio, ma con poca voce in capitolo a livello europeo. Creando questo movimento di piccoli produttori potremo far valere le nostre istanze basate su rispetto di identità, sostenibilità, qualità, tradizione ed economia locale. Questa è la nostra filosofia, una politica slow, ma con piede fermo.

7 dicembre 2009

Pillole di Vignerons d'Europe #1

Xavier de Volontat, presidente della Confédération Européenne des Vignerons independents
Noi vignerons in Europa abbiamo un ruolo sociale ed economico, garantiamo la continuità tra terroir e prodotto, preserviamo paesaggi e cultura, eppure a livello europeo siamo gravemente minacciati. Sotto il nome accattivante di “armonizzazione legislativa” si vorrebbe inglobare il vino nei regolamenti applicati per gli altri prodotti alimentari, senza attenzione per le specificità. Etichettando il vino solo con un marchio e l’indicazione di ingredienti e calorie, si perde la possibilità di valorizzare il produttore come legame forte con il territorio, e questo legame deve essere chiaro. Non si può slegare il vino dal concetto di origine.