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16 dicembre 2009

Asti docg: la bollicina aromatica in 100 battute

Angelo Peretti
Ho detto di recente della visita a Mango per l’assaggio del Moscato d’Asti dell’annata 2009, in anteprima. Ma s’è potuto tastare anche dell’Asti, dello spumante intendo. E qui di seguito presento le mie impressioni su un quintetto di bollicine astigiane, tra quelle provate.
Il Consorzio dell’Asti sta investendo fior di quattrini sulle riviste di settore per cercare di destagionalizzare il consumo, ma mi par di capire che sia partita dura: è sotto Natale, soprattutto, che si stappa la bolla fatta coll’uva di moscato. E insomma parlarne adesso, tutto sommato, non va male: per chi ama il genere, spero di dare qualche interessante consiglio.
Ecco qui sotto, dunque, le cinque etichette, in cento battute cadauna.
Asti La Selvatica 2009 Caudrina
Un must. Nitide memorie di pesca gialla, mandarino, uva moscato, fiori. Cremosità e tensione.
Tre faccini :-) :-) :-)
Asti Patrizi 2009 Manfredi
Caramello, amaretto, pesca sciroppata. Polposo, denso, cremoso, avvolgente. Gioca sulla potenza.
Due faccini :-) :-)
Asti 2009 Bera
Pera sciroppata, amaretto. Grasso. Prende slancio avvalendosi d’una buona freschezza
Due faccini :-) :-)
Asti 2009 Cà dei Mandorli
Al naso sentori floreali e officinali, quasi in stile sauvignon blanc. Cremoso al palato.
Un faccino :-)
Asti 2009 Terrenostre
Crosta di pane, frutto maturo, pesca soprattutto. La dolcezza è piuttosto evidente.
Un faccino :-)

5 dicembre 2009

Vin(i) santi in 100 battute

Mauro Pasquali
Parlare di vini dolci, è come ripercorrere la storia dell’enologia. Tutte le fonti storiche, tutti i reperti archeologici conosciuti, tutte le tradizioni ed i testi letterari antichi dicono che i primi vini commercializzati furono quelli “dolci” perché, grazie agli zuccheri naturali ed agli aromi aggiunti, potevano conservarsi meglio ed essere trasportati con le navi dai paesi produttori in tutte la parti del mondo conosciuto.
Fra i vini dolci occupano un posto di prestigio (ancorché a rischio di oblio) i vin(i) santi. Uso volutamente questo modo di scriverli ché voglio accomunare in questa parola sia quelli toscani e di Gambellara (vin santi) che quelli trentini (vini santi).
Molte e diverse le spiegazioni sul significato e l’origine del nome Vin(o) Santo: potrebbe derivare dalla parola greca Xantos (giallo) per il colore del vino; per l’uso liturgico e, quindi, santo, che ne faceva la Chiesa bizantina; per l’epoca della pigiatura durante la Settimana Santa (Vino Santo Trentino); per il significato che la Chiesa d’Oriente dava alla parola “santo” cioè il diverso e quindi prezioso e raro; dal nome dell’isola greca di Santorini, che fu chiamata così dai Veneziani in onore di Santa Irene, dove si produceva un vino dolce denominato vino di Xanto.
Oggi i vin(i) santi sono a rischio: nella nostra epoca “fast” il solo pensare che un vino debba attendere sette, otto, nove e più anni per essere commercializzato appare una eresia (ops! forse, parlando di vin santi non è il caso...). Più facile produrre vini passiti che dopo due, tre anni possono essere immessi in commercio,dimenticando che il vin(o) santo, oltre ad essere un vino straordinario quando fatto bene, è il vino dell'ospitalità, il vino che, a scapito della latitudine cui veniva prodotto, dichiarava quanto l'ospite fosse gradito. Era conservato gelosamente nella credenza, spesso chiuso a chiave, e offerto all'ospite importante, amico o autorità che fosse, centellinando in bicchierini il contenuto di una bottiglia a volte di cristallo, così da mostrare appieno il suo colore: oro ambrato.
Oggi sono rimasti in pochi a fare vin(o) santo. Non fosse per i toscani, che ne producono e vendono quantità importanti, per gli altri si tratta di una nicchia: 250-300 ettolitri in Trentino, meno, molto meno a Gambellara e produzioni marginali nel resto d'Italia.
Veniamo ora alla degustazione: otto vin(i) santi otto. Due trentini, due toscani e quattro di Gambellara. Diverse le sensazioni e difficile la comparazione, soprattutto fra quelli (i trentini) riduttivi e gli altri ossidativi. Un appunto: peccato per l'eccessiva giovinezza di quelli di Gambellara: credere nel proprio vino significa anche osare di più nell'invecchiamento e saper aspettare.
Ecco i vini, descritti in 100 battute al massimo ciascuno.
Vin Santo di Gambellara 2004 Giovanni Menti
Giallo oro non tipico. Naso balsamico e mieloso. In bocca dattero, albicocca e bella vena amarognola.
Un faccino :-)
Vin Santo di Gambellara 2004 Cantina Sociale di Gambellara
Ambrato. Al naso frutta matura, uva passa e miele. In bocca morbidezza con finale di mandorla.
Un faccino :-)
Vino Santo Trentino 1998 F.lli Pisoni
Giallo dorato con naso molto elegante e complesso. Freschezza e pulizia in bocca con bel finale lungo.
Tre faccini :-) :-) :-)
Vino Santo Trentino 1997 Gino Pedrotti
Un fuoriclasse. Bel giallo dorato con grande naso elegante. In bocca grande armonia e pulizia.
Tre faccini :-) :-) :-)
Vin Santo di Gambellara 2004 Lino Sordato
Bel giallo ambrato. Naso di frutta matura e dattero. Corpo pieno e intenso con bel finale amarognolo.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Vin Santo di Gambellara 2001 La Vigna
Bel colore ambrato. Naso dolce di frutta molto matura. Bocca un po' stucchevole e mielosa.
Un faccino :-)
Vin Santo Chianti Classico 2001 Fattoria di Fèlsina
Oro rosso. Pesca matura e frutta tropicale. Grande morbidezza ed eleganza. Molto lungo in bocca.
Tre faccini :-) :-) :-)
Vin Santo Chianti Classico 2000 Castello d'Albola
Ambrato. Uva passa, albicocca, nocciola, fico. Morbido e caldo, non stucchevole. Grande lunghezza.
Due faccini :-) :-)

24 novembre 2009

Orcia doc in 100 battute

Mauro Pasquali
Val d'Orcia. L'Unesco ha pensato di tutelarla, inserendola nel World Heritage Found, l'elenco dei siti mondiali degni di essere salvati. Tanto per fare alcuni esempi, ne fanno parte Vicenza e le Ville Palladiane e il Parco Nazionale di Iguazu in Argentina, Venezia e la sua laguna e la foresta pluviale di Atsinanana in Madagascar.
Val d'Orcia ma non solo, nella doc Orcia, incastonata com'è fra Montepulciano e Montalcino, a dover fare quotidianamente i conti con vicini di antico blasone. E, alle volte, anche a confrontarsi alla pari dal punto di vista enologico. Una doc giovane, ma molto dinamica. E, forse, troppo vasta per avere e trovare un comune denominatore ai suoi vini. Una doc, comunque, che ha avuto il coraggio di chiedere di inasprire il suo disciplinare, scegliendo di portare il sangiovese ad almeno il 90% delle uve presenti nella tipologia Orcia Sangiovese, con la sola aggiunta di un 10% di vitigni autoctoni. E scusate se è poco, in un mondo dominato dal gusto omologato dei vitigni internazionali.
Queste le mie impressioni ricavate da una degustazione alla cieca dei migliori prodotti della zona. Tutti Orcia doc Rosso e descritti in 100 battute al massimo ciascuno: nell’intestazione ometto la dicitura Rosso. L’ordine è per annata ed ordine di degustazione.
Orcia Selvarella Colleoni 2008 Santa Maria
Naso di frutto maturo, cuoio e speziatura, bella bocca fresca e piacevole. Grande lunghezza.
Due faccini :-) :-)
Orcia 2007 Marco Capitoni
Speziatura e tabacco. Legno un po' invadente, vegetale eccessivo, buona lunghezza.
Un faccino :-)
Orcia Petruccino 2007 Podere Forte
Profumi vinosi, marasca, viola. Bella morbidezza e tannini eleganti, minerale. Grande lunghezza.
Due faccini :-) :-)
Orcia 2007 Tenuta Belsedere
Naso di liquirizia, spezie, mora. Vaniglia un po' invadente. Bella struttura e lunghezza.
Due faccini :-) :-)
Orcia Frasi 2006 Marco Capitoni
Profondo, austero. Frutto maturo, ciliegia, mirtillo. Tannini eleganti, bocca pulita. Lungo.
Tre faccini :-) :-) :-)
Orcia Banditone 2006 Campotondo
Affumicatura, cuoio vecchio, funghi secchi, torba. Morbido, tannini eleganti, setosi. Molto lungo.
Due faccini :-) :-)
Orcia Petrucci 2006 Podere Forte
Piccoli frutti di bosco, viola e rosa canina. Bocca balsamica. Molto lungo con grande mineralità.
Tre faccini :-) :-) :-)
Orcia Dongiovanni 2006 La Canonica
Rosmarino fresco, balsamico. Tannini ruvidi e grande pulizia in bocca. Bella lunghezza.
Un faccino e quasi due :-)
Orcia Sesterzo 2006 Poggio Grande
Tabacco kentucky, piccoli frutti rossi. Bocca pulita e gradevole. Non molto lungo il finale.
Un faccino :-)
Orcia Invidia 2005 Trequanda
Naso vegetale, spezie, cacao amaro. Bocca sapida e pulita. Buona lunghezza
Due faccini :-) :-)
Orcia Curzio 2005 Sante Marie
Naso di tabacco e cuoio. Bocca morbida elegante, quasi setosa. Sapidità e buona lunghezza.
Due faccini :-) :-)

19 novembre 2009

Riesling "italiani" in 100 battute (da Naturno ancora)

Angelo Peretti
Al concorso dei Riesling di Naturno, in Südtirol, mica c’erano in assaggio solo bianchi altoatesini. C’erano invece anche etichette “italiane”, e con questo intendo trentine, ma pure piemontesi e lombarde e friulane.
Dei sudtirolesi ho detto ieri. Oggi dunque vado fuori zona. E dico che dal Piemonte che m’è arrivato nel bicchiere uno di quei bianchi che non ti dimentichi: l’Hérzu dell’azienda agricola che porta il nome di Ettore Germano - ma a fare i vini è Sergio -, grande firma del Barolo, a Serralunga. Fatto con le uve, appunto, di riesling, di cui Sergio s’è innamorato perso, va sotto la doc del Langhe Bianco. Ed è gran bel bianco.
Qui sotto, una cinquina di Riesling extratirolo – tutti 2008 - che ho tastato a Naturno.
Testi in 100 battute al massimo per ciascuna etichetta.
Langhe Hérzu 2008 Ettore Germano
Grande Riesling langarolo. Elegantissimo. Fruttato, esotico, succoso, polposo, lunghissimo.
Tre faccini :-) :-) :-)
Trentino Riesling 2008 Concilio
Una sorpresa. Naso stile Riesling tedesco. Bocca polposa, ma molto fresca (a tratti sopra le righe).
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Provincia di Pavia Riesling Arvinà 2008 Molinelli
Naso tra il varietale e il floreale. Bocca elegante, freschezza contenuta. Buona lunghezza.
Due faccini :-) :-)
Langhe Arbarei 2008 Ceretto
Apre floreale al naso e al palato. Buona freschezza. Finale che vira sulla morbidezza.
Due faccini :-) :-)
Trentino Riesling Simboli 2008 Cantina La Vis Valle di Cembra
Floreale al naso. In bocca è bianco semplice. Fresco, tendenzialmente morbido.
Un faccino :-)

18 novembre 2009

Riesling sudtirolesi 2008 in 100 battute (da Naturno)

Angelo Peretti
Premesso che ce l’ho fatta. Che, intendo, ho passato – per grazia ricevuta – il test del concorso dei Riesling di Naturno, dove si applica il metodo Kobler, e dunque vengono valutati sia i vini, sia il degustatore (attraverso la reiterazione degli assaggi delle medesime etichette). Premesso questo, vedo di dare indicazione di cinque Riesling sudtirolesi del 2008 che lassù a Naturno, nei miei assaggi, ho trovato interessanti. Dicendo peraltro che le cose migliori, a mio avviso e gusto, son quelle che riescono a fondere frutto agrumato e freschezza, e magari qualche accenno minerale, che nel Riesling ci vuole. Eppoi aggiungendoci un finale asciutto, a tratti perfino tannico, per via delle macerazioni prolungate.
Aggiungo solo che avrò anche violato le regole del buon degustatore, ma il Riesling della cantina sociale di Merano non sono mica riuscito a sputarlo durante l’assaggio, e me lo sono anzi bevuto con piacere. Per chi fosse interessato ai punteggi centesimali, dico anche che gli ho assegnato 93 centesimi, che per me rappresentano una valutazione molto, molto alta.
A proposito: i Riesling delle cantine di Merano e della Val d'Isarco, cui assegno i mie tre faccini, sono arrivati rispettivamente secondo e terzo al concorso. Al primo posto il Riesling di Köfererhof, che però non ho avuto il piacere di tastare.
Adesso le cinque schede. In breve, in 100 battute al massimo per vino.
Südtiroler Graf von Meran Riesling Unterberger 2008 Meraner Weinkellerei
Naso assolutamente varietale. Fresco, speziato, citrino. Finale asciutto. Lunghezza. Elegante.
Tre faccini :-) :-) :-)
Südtirol Eisacktaler Riesling Aristos 2008 Eisacktaler Kellerei
Naso sulfureo, minerale. Elegante più che potente. Affilato, tesissimo, vegetale e succoso assieme.
Tre faccini :-) :-) :-)
Südtirol Eisacktaler Riesling 2008 Röckhof
Floreale. Al palato è fine, elegante. Sentori di erba luigia. Finale lunghissimo, un po’ morbido.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Südtirol Eisacktaler Riesling 2008 Pacherhof
Dici “tipico” e dici tutto. Spezia, agrumi, anice stellato. Succoso, tannico. Buona lunghezza.
Due faccini :-) :-)
Südtirol Vinschgau Castel Juval Riesling 2008 Unterortl
Al naso ricorda un Ruiesling tedesco. Bocca fresca, agrumata. Finale tra morbidezza a tannicità.
Due faccini :-) :-)

21 settembre 2009

Lacryma Christi del Vesuvio: quindici vini in 100 battute

Angelo Peretti
Della rassegna "Vesuvinum - I Giorni del Lacryma Christi", che s’è svolta una settimana fa ad Ottaviano, ho già detto. Adesso è tempo di parlar d’alcuni vini che in quell’occasione ho tastato e che mi son piaciuti.
Prima di tutto, però, due notizie generali. Ordunque, il Lacryma Christi in bianco e quello in rosso son grosso modo la metà ciascuno della denominazione, ché il rosato è quantitativamente piccola cosa, almeno per ora.
Il bianco è fatto con uve di caprettone, definizione vesuviana del coda di volpe, con un’aggiunta di falanghina. Il rosso - ma più che al rosso i colori tendono spesso invero alla buccia di cipolla, con tracce aranciate - viene dalle uve del piedirosso - che di sostanza colorante ne ha, appunto, pochina - e in parte dell’aglianico. Piedirosso soprattutto per il rosé.
E adesso qualche vino: una quindicina fra bianchi, rossi e rosati. Tutti Lacryma Christi del Vesuvio, ovviamente. Tutti descritti in 100 battute al massimo ciascuno: nell’intestazione ometto la dicitura del Vesuvio. L’ordine è alfabetico per azienda.
Lacryma Christi Rosso 2008 Cantine Russo 1951
Nitide memorie fruttate all’olfatto e al palato. Tannino vellutato. Buona lunghezza.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Lacryma Christi Rosso 2008 Casa Setaro
Buccia di cipolla. Pepato. Sapido, quasi iodato. Vene di terra, note minerali. Tannino e frutto.
Due faccini :-) :-)
Lacryma Christi Bianco 2008 Colli Irpini
Un bianco che gioca le proprie carte soprattutto sulla polpa fruttata. Buona lunghezza.
Due faccini :-) :-)
Lacryma Christi Rosso Borgo San Michele 2007 Consorzio Prodotti Tipici
Frutto rosso e presenza tannica caratterizzano il palato. Leggera e piacevole vena di sapidità.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Lacryma Christi Bianco 2008 Feudi di San Gregorio
Vene di frutta gialla al naso. Fresco, sapido, quasi salino, nervoso. Pulito. Ha bella beva.
Due faccini :-) :-)
Lacryma Christi Rosso 2008 Manimurci
Ciliegia e prugna. Pulizia olfattiva e gustativa. Tannino vibrante, a tratti rustico. Ha carattere.
Due faccini :-) :-)
Lacryma Christi Bianco 2008 Mastroberardino
Profumi floreali. Bocca fruttata - frutta bianca -, fresca, sapida. Ottima beva. Bianco di classe.
Tre faccini :-) :-) :-)
Lacryma Christi Rosato 2008 Sannino
Colore lievemente aranciato. Fresco al palato, a tratti agrumato. Finale sottilmente tannico.
Due faccini :-) :-)
Lacryma Christi Rosato 2008 Sorrentino
Colore rosa chiaro: stile provenzale. Fresco, sapido, molto gradevole. Fruttino. Finale asciutto.
Due faccini :-) :-)
Lacryma Christi Bianco Fruscio 2008 Terre di Sylva Mala
Naso floreale, leggerissima vena minerale. Bocca fruttata. Buona tensione. Fresco. Finale asciutto.
Due faccini :-) :-)
Lacryma Christi Rosso 2007 Vigna Pironti
Piccolo frutto rosso surmaturo, spezia, pepe soprattutto. Tannino ben condotto. Notevole pulizia.
Tre faccini :-) :-) :-)
Lacryma Christi Rosso Forgiato 2004 Villa Dora
Rosso ambizioso, austero. Elegantissimo all’olfatto. Tannino pronunciato. Tono terroso, minerale.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Lacryma Christi Rosso Gelsonero 2005 Villa Dora
Frutto macerato, surmaturo. Mora di gelso, confettura di sambuco, amarena. Tannino vellutato.
Tre faccini :-) :-) :-)
Lacryma Christi Bianco 2008 Vinosia
Eleganti memorie floreali all’olfatto. Al palato, un frutto giallo polposo. Finale asciutto.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Lacryma Christi Rosso 2008 Vinosia
Un rosso d’impronta moderna, morbidamente fruttato. Ciliegia, frutta rossa. Tannino vellutato.
Due faccini :-) :-)

19 settembre 2009

Altri Soave 2008 in 100 battute

Angelo Peretti
Qualche tempo fa ho dedicato la prima uscita di questa rubrichetta dei vini in 100 battute al Soave del 2008: ne ho presentati cinque, che mi son molto piaciuti. Ed ora eccomi a fare il bis con un'altra cinquina di bianchi soavesi "da bere", decsritti con 100 battute al massimo per ciascuno.
La vendemmia del 2008 ci ha dato dei Soave complessivamente piuttosto interessanti, soprattutto dal lato della freschezza. Vini nervosi e vibranti, con un buon frutto e una componente minerale abbastanza espressa. Vale sia per i piccoli vigneron che per le migliori bottiglie delle cantine sociali.
Soave Classico Le Bancole 2008 Tenuta Solar
Vene minerali di idrocarburi e trielina. Bocca tesa. Frutto ben espresso, tipicissimo. Persistente.
Tre faccini :-) :-) :-)
Soave Classico Sengialta 2008 Balestri Valda
Floreale, agrumato. Palato fruttatissimo, snello, fresco. Bel finale asciutto. Note minerali.
Tre faccini :-) :-) :-)
Soave Classico Castello 2008 Cantina del Castello
Tra il fruttato, il resinoso e il minerale. Eleganti vene speziate. Bianco di notevole carattere.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Soave Classico Il Vicario 2008 Cantina di Monteforte
Mineralità piuttosto netta. Frutto (pesca), vene di salvia. Lunghezza. Finale un po’ morbido.
Due faccini :-) :-)
Soave Classico Rocca Sveva 2008 Cantina di Soave
Tipicissima componente fruttata. Polpa succosa. Buona freschezza. Il finale tende alla morbidezza.
Due faccini :-) :-)

13 settembre 2009

Bianchi della Val d'Isarco 2008 in 100 battute

Angelo Peretti
Dopo aver detto dei Kerner e dei Riesling, ecco ancora un quintetto di vini bianchi della Val d’Isarco del 2008 descritti “in 100 battute”: sono alcune delle etichette provate alla decima edizione di Vinea Tirolensis, la degustazione della Freie Weinbauern Südtirol, i Vignaioli dell’Alto Adige.
Ci sono tre Sylvaner e due Veltliner. Il che sembrerebbe contraddire quanto ho scritto qualche giorno fa, ossia che dai Sylvaner speravo meglio. In realtà, confermo: generalmente, mi pare ci sia una ricerca un po’ eccessiva del frutto, e anche quando il frutto è tenuto in equilibrio dalla freschezza, sembrano spesso vini più adatti a essere degustati che bevuti spensieratamente a tavola.
Valle d’Isarco Sylvaner 2008 Garlider
Floreale e fruttato di pera. Pulito, elegante. Freschezza quasi tagliente. Bianco di carattere.
Tre faccini :-) :-) :-)
Valle d’Isarco Grüner Veltliner 2008 Manfred Nössing
Elegantemente floreale all’olfatto. Bocca tesissima. Bianco di carattere. Grande beva. Asciutto.
Tre faccini :-) :-) :-)
Valle d’Isarco Sylvaner 2008 Kuenhof
Olfatto di notevole eleganza. Bocca polposa di frutto, densa. Freschezza e personalità.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Valle d’Isarco Veltliner 2008 Garlider
Mineralità e fieno secco all’olfatto. Bocca possente, elegante, rocciosa, speziata. Finale morbido.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Valle d’Isarco Sylvaner 2008 Zöhlhof
Ancora chiuso al naso, ha bocca densa e polposa di frutto giallo. Fresco. Finale quasi tannico.
Due faccini :-) :-)

11 settembre 2009

St. Magdalener 2008 in 100 battute

Angelo Peretti
Eccomi alla quarta serie di schede “in 100 battute” dei vini provati alla decima edizione di Vinea Tirolensis.
Stavolta, dopo quelle di Caldaro e le igt, sono di scena le schiave del St. Magdalener, che è una sottodenominazione della doc Alto Adige Südtirol. Globalmente, le schiave del Santa Maddalena mi sono sembrate le meglio definite, anche se non sempre pulitissime sotto il profilo olfattivo. Magari un po’ più cariche di colore: più rubino che cerasuolo.
St. Magdalener Classico 2008 Pfannenstielhof
Un piacevole rosso a 6 euro. Tanto fruttino rosso, accenni di note verdi. Fresco. Lungo, beverino.
Tre faccini :-) :-) :-)
St. Magdalener Classico Premstallerhof 2008 Hans Rottensteiner
Fruttino rosso, fragola e amarena soprattutto. Beva piacevole, snella, fresca. Pulito. A 5,30 euro.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
St. Magdalener Classico 2008 Erbhof Unterganzner
Speziatissimo, quasi pepato. Fresco, con una discreta tannicità. Buona eleganza d’assieme.
Due faccini :-) :-)
St. Magdalener 2008 Thurnhof
Un rosso ben fatto, piacevole, anche se non di grande carattere. Morbido nel frutto. Persistente.
Due faccini :-) :-)
St. Magdalener Classico 2008 Untermoserhof
Fruttino di bosco (mirtillo, ribes, lampone, fragolina). Speziatura fine. Buona pulizia e beva.
Due faccini :-) :-)

9 settembre 2009

Schiave altoatesine in 100 battute

Angelo Peretti
Nuova serie di schede “in 100 battute” dei vini provati alla decima edizione di Vinea Tirolensis, la degustazione annuale dei soci della Freie Weinbauern Südtirol, i Vignaioli dell’Alto Adige.
Più avanti tratterò delle schiave della sottozona del St. Magdalener: ora ecco quelle del lago di Caldaro e le igt, ossia i Kalterersee e le Vernatsch. In realtà, di vini del Lago di Caldaro ne ho messo nel quintetto uno solo, ma è decisamente piacevole. Così come tra le schiave ci metto l’Elda di Nusserhof, omaggio alla moglie Elda, appunto, da parte di Heinrich Mayr: assieme alle uve di vecchi ceppi di schiava di più di ottant’anni coltivati sul porfido, ci sono anche i frutti di poche piante d’altri vitigni presenti nel vigneto, come s’usava un tempo, ed è per questo che in etichetta è “solo” vino da tavola.
Kalterersee 2008 Weingut Gruber
Colore buccia di cipolla. Rosa appassita, fruttino di bosco. Fresco. Grande beva. Costa 4,50 euro.
Tre faccini :-) :-) :-)
Elda 2007 Nusserhof
Un rosso buonissimo nella sua rusticità: noce, spezia, terra bagnata, frutto quasi macerato. Fresco.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Vernatsch 2008 Strickerhof
Meglio la bocca che il naso. Piccoli frutti di bosco, spezie, curiose tracce di champignon. Sapido.
Due faccini :-) :-)
Vernatsch Amadeus 2008 Lieselehof
Color buccia di cipolla. Un vino semplice, leggero. Ciliegia, fragola matura. Lieve tannicità.
Un faccino :-)
Edelvernatsch Kristplonerhof 2008 Hans Rottensteiner
Schiava gentile. Fruttattina e fresca, quasi salata. Persistenti note di noce e di spezia. Rustica.
Un faccino :-)

7 settembre 2009

Riesling Alto Adige 2008 in 100 battute

Angelo Peretti
Secondo appuntamento con le schede “in 100 battute” dei vini provati a Vinea Tirolensis, la degustazione annuale dei Freie Weinbauern Südtirol, i Vignaioli dell’Alto Adige.
Questa volta è il turno dei Riesling del 2008. Con un bel match fra Val Venosta e Val d’Isarco. Per questa volta, da parte mia una leggera preferenza è andata alla Val d’Isarco, per via di una freschezza un po’ più pronunciata, e comunque ben modulata. Su tutti, a mio avviso, il Kaiton di Peter Pliger.
Valle d'Isarco Riesling 2008 Kuenhof
Grande bianco da Peter Pliger. Spettacolare mix di frutto, spezia mineralità. Tensione e carattere.
Tre faccini :-) :-) :-)
Val Venosta Riesling 2008 Falkenstein
In bottiglia da un mese. Notevole personalità. Teso, nervoso, a tratti rustico. Bella mineralità.
Tre faccini :-) :-) :-)
Valle d'Isarco Riesling 2008 Strasserhof
Floreale, speziato, nuance officinali. Vena minerale sottesa. Piacevole freschezza salata. Lungo.
Tre faccini :-) :-) :-)
Val Venosta Riesling Castel Juval 2008 Unterortl
Polposo di frutto persistente. Accenni di erbe alpestri. Carattere asciutto, quasi tannicamente.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Valle d'Isarco Riesling 2008 Taschlerhof
Agrumato di mandarino e kumquat. Acidità nervosa. Finale asciutto, leggermente rustico. Giovane.
Due faccini :-) :-)

5 settembre 2009

Kerner 2008 in 100 battute

Angelo Peretti
Incomincio l'approfondimento di alcuni dei vini provati alla decima edizione di Vinea Tirolensis, la degustazione della Freie Weinbauern Südtirol, i Vignaioli dell’Alto Adige.
Inizio dai Kerner, la tipologia che più mi ha affascinato. In Val d'Isarco mi pare proprio si sia imboccata una strada nuova, che guarda con decisione alla freschezza, alla snellezza. Sembra facile, ma non è, in una zona dove anche i bianchi tendono ad avere elevate gradazioni. Ma la quadratura del cerchio è possibile. O almeno sembra esserlo stato da parte di alcuni nell'annata 2008.
La formula descrittiva è quella di 100 battute al massimo per ciascun vino.
Valle d'Isarco Kerner 2008 Manfred Nössing
Eleganza e carattere. Al naso fiori ed erbe officinali. Fresco, salato. Finale asciutto. Geniale.
Tre faccini :-) :-) :-)
Valle d'Isarco Kerner 2008 Strasserhof
Salvia e ortica all’olfatto. Bocca succosa di frutto giallo, eppure snella. Bel finale asciutto.
Tre faccini :-) :-) :-)
Valle d'Isarco Kerner 2008 Taschlerhof
Foglia di pomodoro, erba limoncella. Asciuttissimo finale. Nervoso. Gioca sulla potenza espressiva.
Due faccini e quasi tre faccini :-) :-)
Valle d'Isarco Kerner 2008 Radoar
Quasi un bianco di stile tedesco, fra dolcezza aromatica e freschezza. Notevole lunghezza. Atipico.
Due faccini :-) :-)
Valle d'Isarco Kerner 2008 Villscheiderhof
Floreale, vene di salvia. Bocca vibrante di freschezza. Cede un po’ come definizione nel finale.
Un faccino :-)

22 agosto 2009

Garganeghe vicentine in 100 battute

Angelo Peretti
Stavolta la rubrichetta dei cinque vini in cento battute al massimo per etichetta la dedico alla garganega vicentina, area di Gambellara e terra dei Colli Berici, L'altra garganega insomma, rispetto a quella veronese di Soave e del Garda. Ma è garganega di sicuro interesse, quella berica, ché i produttori finalmente sembrano crederci per davvero, e si trovano sperimentazioni estreme come quelle biodinamiche di Angiolino Maule con la sua Sassaia e financo belle bottiglie in cantina sociale, come il Togo.
Avanti così.
Garganega Sassaia 2008 La Biancara
Giallo ramato. Fruttatissimo, con leggera spezia. Bocca fresca, snella, affilata, polposa di frutti.
Tre faccini :-) :-) :-)
Gambellara Classico La Bocara 2008 Cavazza
Naso riottoso, ma fruttato. Bocca fresca e polposa di frutto, citrino a tratti. Bianco elegante.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Sisàra 2008 Le Pignole
Garganega 70% e chardonnay. Mela verde, fiori, leggera spezia. Vino molto fresco, a tratti agrumato.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Gambellara Classico Togo 2007 Cantina di Gambellara
Naso fruttatino, delicato, nitido. Bocca fragrante, bella vena acida. Tracce a tratti officinali.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Colli Berici Garganega Le Mura 2007 Rezzadore
Naso tra il minerale e il floreale, accenni verdi. Non cerca la concentrazione, quanto la finezza.
Due faccini :-) :-)

13 agosto 2009

Bordolesi dei Colli Euganei in 100 battute

Angelo Peretti
Seconda esperienza con le miscellanee di cinque vini descritti al massimo in 100 battute ciascuno: stavolta si va sui Colli Euganei, nel Padovano, coi rosso bordolesi, che qui sono un must enologico. A volte magari si cerca un po' troppo la concentrazione in stile parkeriano a discapito della beva: del resto, sin qui ha premiato fare il vinone. Mi pare comunque che stia crescendo l'attenzione all'equilibrio. Che si cerchi la finezza, che è poi il segreto del gran vino, assieme all'espressione del terroir.
Colli Euganei Rossi Rusta 2007 Fattoria Monte Fasolo
Finezza olfattiva, frutta e accenno pepato. Bocca nervosa. Ancora frutto e spezia e vena erbacea.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Colli Euganei Rosso Scarlatto 2006 Vigna Roda
Frutto rosso e vena boisée al naso. Bocca fruttatissima (e persistente sul frutto) e sapida assieme.
Due faccini :-) :-)
Colli Euganei Merlot 2007 Cà Lustra
Naso varietale, piacevolmente fruttato. Sapido, sul frutto. L’acidità tiene in equilibrio l’alcol.
Due faccini :-) :-)
Colli Euganei Merlot 2008 Montegrande
Naso lineare e fruttatino e palato in corrispondenza. Morbido, pepato, beverino, leggermente verde.
Due faccini :-) :-)
Colli Euganei Cabernet 2008 La Montecchia
Profumi erbacei. In bocca è sul frutto, mora di rovo. Spezia dolce. Buon tannino. Si beve bene.
Due faccini :-) :-)

4 agosto 2009

Soave 2008 in 100 battute

Angelo Peretti
Comincio una nuova rubrica. L'ho chiamata "100 battute". La battuta è quella della tastiera del computer (una volta, della macchina da scrivere). Anche lo spazio fra una parola e l'altra conta come battuta.
A muovermi è l'editoriale del grande Hugh Johnson sull'ultimo numero di Decanter. Dice che troppa gente scrive di vino in modo prolisso: parole, parole. Ma per descrivere un vino basterebbero 140 battute. Lui, per la sua guida tascabile ai vini del mondo, ne usa appena 40.
Io faccio così: tento di raccontare una serie di vini dedicando a ciascuno non più di 100 battute. Almeno ci provo. Cominciando con cinque Soave del 2008 che mi son molto piaciuti: 100 battute massimo a testa.
Magari, se avete voglia, fatemi sapere, anche in privato, cosa ne pensate. Della rubrica, intendo.
Soave Classico 2008 Balestri Valda
Fruttato. Polposo e succoso. Vena citrina. Vibrante, nervoso. Il finale asciutto allunga il frutto.
Tre faccini :-) :-) :-)
Soave Classico Monte Fiorentine 2008 Cà Rugate
Il solito gioiello: floreale, ricco di frutto. Teso, personale, eppure snello. Sapido, lunghissimo.
Tre faccini :-) :-) :-)
Soave Fontego 2008 La Cappuccina
Naso fruttato. In bocca frutto di bella densità e fiori. La frutta gialla continua nel lungo finale.
Tre faccini :-) :-) :-)
Soave 2008 Tamellini
Frutta gialla croccante, cui s’interseca un fondo mandorlato. Lungo finale asciutto. Vene minerali.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Soave 2008 Corte Moschina
Naso tra fruttato e officinale. Bocca sapida, fresca, ricca di polpa. Asciutto e lungo nel finale.
Due faccini e quasi tre :-) :-)