4 maggio 2008

Champagne Grande Réserve Veuve Devaux

Angelo Peretti
Quando nel mondo dello Champagne si parla di vedova, si pensa subito a Veuve Cliquot. Ma ce n’è un’altra che va annoata: Veuve Devaux.
Ho provato un paio d’estati fa il rosé, ed era davvero interessante, anche per il buon rapporto qualità-prezzo. Adesso ho appena bevuto il Grande Réserve, e confermo che la maison dal punto di vista del raffronto fra soldini sborsati e valore del vino è di quelle da segnarsi.
È fatto – ho letto – per il 61% di pinot noir e per il resto di chardonnay, e quanto son puntigliosi i francesi a dire delle loro percentuali in cuvée...
Il naso coglie il fruttino di sottobosco e cenni di florealità.
In bocca, la spuma è cremosa, la bolla sottile. Avvolge. Ed esce, in pienezza, il frutto bianco, di buona polpa, e un ricordo abbastanza preciso d’albicocca un po’ acerba. E, sul fondo, quelche lievissimo cenno balsamico.
Comprato on line a 21 euro, e ne vale la pena.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)

Il parere contenuto in questa segnalazione è rapportato alla tipologia di vino e poggia in primis sulla piacevolezza che la bottiglia ha saputo trasmettere.
Il giudizio è dato in faccini stile sms.
- un faccino è per un vino di corretta e comunque piacevole beva
- due faccini per un vino di bel piacere
- tre faccini per i vini appaganti, le punte massime delle rispettive tipologie.

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