Angelo Peretti
Confesso che della Rùfina (accento sulla u) e del suo Chianti sapevo e continuo a saper pochetto, anche se adesso ho avuto la possibilità di farci una bella full immersion. Non geografica, ahimè, ché non ho potuto andare in loco, ma enoica. Ma n’ho assaggiato un bel po’ di vini, una trentina abbondante. E n’ho bevuti, anche, visto che alcuni poi me li son molto volentieri portato in tavola.
Sapevo, certo, ch’è una delle sottozone della denominazione garantita del Chianti. N’avevo talvolta sbevacchiato qualcheduno dei (pochi, pochissimi) famosi. Ma niente di più. Senonché una certa curiosità m’era venuta leggendo Francesco Falcone sulla’Enogea d’ottobre-novembre di Alessandro Masnaghetti, ch’esordiva così: «Ho trascorso una settimana in un Chianti diverso e mi sono divertito. È la Rufina, qualcuno magari non la conosce, ma forse varrà la pena che si sforzi. “Integrata” senza volerlo nel grande carrozzone chiantigiano, da anni si nasconde dietro un marchio comune che significa sopravvivenza. Ma la sua storia è forte e meriterebbe una dignitosa autonomia. Allo stesso tempo, di quel carrozzone è il simbolo più autorevole: complesso, selvaggio, ambivalente».
Non so se quelli della Rùfina condividano le parole della rivista del Masna, e il suo titolo, «Rufina: il Chianti non Chianti» - dal quale, è evidente, ho costruito anche il mio, di titolo -, però a me han fatto venire voglia di provarli, quei vini. Il caso poi ha voluto che m’arrivasse, attraverso Lucia Boarini, l’invito a un fine settimana in zona e che invece un’infausta combinazione d’eventi m’impedisse d’andare, accrescendo così la curiosità. E allora la curiosità, almeno nel bicchiere, me l’ha voluta soddisfare il Consorzio di tutela, dandomi una nuova occasione «decentrata» di tastare le bottiglie.
Ordunque, dopo aver provato tre diecine di Chianti Rùfina, che idea mi son fatto? Che ha ragione Enogea, e che vale la pena approfondire davvero la conoscenza con quell’area e quella denominazione. Che lì c’è molta gente che seguita a far vino rosso secondo uno stile che vorrei dire territoriale. Ch’esiste uno specifico terroir, o meglio, più d’uno. E che quest’appartenenza salta fuori anche nelle bottiglie di quelli che più strizzano l’occhio alle mode internazionali della corposità e della morbidezza: evidentemente quella è terra che non vuol farsi domare, e alla fine prevale. Che presenta a tratti una rusticità di rosso montagnaro (ed è la zona incastonata fra gli Appennini) più che una morbidezza da stereotipo chiantigiano. Che il sangiovese mi sembra qui a tratti davvero vitigno indomito. Ed è una soddisfazione. Anche se – temo – non sarà sempre facilissimo per i produttori piazzare quei loro vini così personali in un mercato che tuttora privilegia altri stili più omologati. Un motivo in più perché chi si trovasse nella zona in questi mesi estivi, faccia una deviazione in zona, e beva. Ovvio, se ha chi guida al posto suo, o se ha prenotato stanza nel luogo.
Adesso, recensirli tutti, i vini tastati, è problematico. E dunque devo farne una selezione. Dicendo però che altri «esclusi» meriterebbero citazione, e invitando dunque chi passasse di là a fare altre scoperte. M’accontento di segnalarne quindici, mettendo al solito il mio giudizio in faccini, il mio punteggio centesimale e anche la valutazione, pur’essa in centesimi, della decina d’amici che hanno bevuto con me quelle stesse bottiglie.
L’ordine della top è questo: prima i faccini (che non sono una valutazione assoluta, ma indicano piacevolezza correlata alla tipologia), a parità di faccini (antidemocraticamente, ammetto) i miei centesimi, a parità di miei centesimi, il voto medio della mia masnada d’assaggiatori.
Si vedrà che i faccini non sempre corrispondono al voto centesimale. Si noterà poi che il voto medio a volte si discosta anche molto sensibilmente dal mio, ed è giusto che così sia: mica ho la verità rivelata, io. Chi andrà a rivedersi il pezzo di Enogea, constaterà magari poi che mi scosto talvolta dai giudizi di Falcone, e anche questo è il bello dell’essere persone che pensano ciascuno a modo suo.
Dico infine di fare attenzione, ché nella top 15 ci sono ben tre Chianti Rùfina «base», in mezzo a una sfilza di Riserve, ed è pure un bel segnale: si può bere bene anche spendendo poco, da quelle parti del Chianti.
Rùfina top 15
Chianti Rufina Riserva 2004 Fattoria I Veroni
Il colore non è densissimo, evviva! Il naso ha fruttino macerato, frutta in composta, vene balsamiche, foglie essiccate. In bocca torna il frutto e il sentore officinale e il mallo di noce. Ha nota acidula, che rende piacevole la beva, e succosa. Ha il chinotto. E il rabarbaro. Ha complessità considerevole. E lunghezza. Mi piace.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
90/100 – media 85,286
Chianti Rufina Riserva 2004 Le Coste
Quasi l’opposto del preceente. Senza il quasi. Colore rubino brillante. E sfumature porporine. Naso con frutto quasi macerato e pepe e terra nera bagnata. Bocca fresca, acidula, con toni terrosi piuttosto espressi, quasi torbati, e vene di tabacco, di sigaro. Tannino rusticheggiante e acidità in rilievo. Montanaro, quasi. Ha carattere e corpo e potenza, eppure anche slancio vitale, freschezza. Un vinone che sembra promettere un'evoluzione di tutto rispetto. Complesso e possente e fresco insieme. Ha gran corpo, ma non lo fa pesare.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
90/100 – media 85,000
Chianti Rufina Riserva Poggio Gualtieri 2000 Fattoria di Grignano
Fruttone al naso, macerato. E fiore appassito. In bocca ha polpa, potenza, concentrazione. E frutto stramaturo ancora. Epperò anche intrigante vena agrumata, da arancia rossa di Sicilia, maturissima, dolce e acidula assieme. Ed è vino possente ed elegante. Buono. Una sorta di mediazione tra i primi due in elenco.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
90/100 – media 81,286
Chianti Rufina Riserva 2005 Villa di Vetrice Flli Grati
Naso da gingerino, da pepe. Bocca fresca, beverina perfino, eppure ha anche parecchio tannino, ed è un bel tannino. Il frutto è acidulo, e succoso. Leggere vene di china, venature dulcamare, noce. Buona lunghezza. Ma è soprattutto la beva ad essere invitante. Vino che ha personalità rustica. Fuori standard. Spiazzante, ma anche intrigante.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-) :-)
88/100 - media 84,286
Chianti Rufina 2005 Il Pozzo
Al naso c'è fruttino: mora e prugna. E leggera traccia di fiore appassito. E lieve speziatura. In bocca è composto e composito assieme. La freschezza, che ha tono nervoso, trova equilibrio nel tannino. C'è velluto e carattere. Buona lunghezza. Tornano fuori la mora insieme con la violetta che sta sfiorendo, appassendo. E, sotto, una lieve pepatura. Buono. Bel vino montagnoso, rusticoso.
Due lieti faccini e quasi tre:-) :-)
85/100 – media 78,000
Chianti Rufina Riserva Nipozzano 2005 Marchesi de' Frescobaldi
Colore molto scuro. Il naso ha fruttone, e vene di chinotto e note di mallo di noce, e di nocino. E la bocca è sullo stesso piano. Concentratissima. Potente. Tannica. Epperò anche dotata di buono slancio di freschezza, che conferisce snellezza. E sul fondo, assieme, una sottile vena di vegetalità officinale e un che di iodato.
Due lieti faccini :-) :-)
89/100 – media 81,714
Chianti Rufina Riserva del Don 2003 Colognole
Al naso fruttone, spezia dolce, florealità. Bocca ampia, densa, fruttatissima. Bel tannino, elegante e ben espresso. Lunghezza, densità. Rovere leggermente in rilievo, ma è giovane. Bel vino.
Due lieti faccini :-) :-)
86/100 – media 82,857
Chianti Rufina Riserva Stellario 2005 Scopetani
Legno piuttosto in rilievo. E vene iodate. E sotto, il frutto. In bocca, ecco che riemerge immediatamente la vena salmastra. E fruttata, poi. E c'è freschezza che rende poi succoso il frutto. E il rovere è comunque un po' presente, e solo per questo mi tengo un po’ risicato nella sintesi, ché se si riassorbisse lo riberrei molto volentieri, questo vino. In ogni caso, al mio team è piaciuto parecchio, come dice il voto medio.
Due lieti faccini :-) :-)
85/100 – media 83,286
Chianti Rufina Riserva Vigneto Montesodi 2005 Marchesi de' Frescobaldi
Colore nerissimo. E al naso frutto concentratissimo e quasi in confettura. E spezia dolce. E in bocca è tannicissimo e potente e muscoloso e concentrato. E il frutto è stramaturo e dolce. Ed è vino molto giovane, che piace a chi ama la grande concentrazione.
Due lieti faccini :-) :-)
85/100 – media 82,286
Chianti Rufina Riserva 813 2005 Scopetani
Colore molto scuro. Naso da uve surmature, strafatte, quasi di là del limite. Pepe. E la bocca è poi densissima, quasi da masticare, Epperò c'è anche freschezza nervosa. Tannicissimo. E c'è l'alcol che riscalda. E comunque sul fondo c'è una sottile vena iodata, e poi anche un po' mentolata. Muscolo.
Due lieti faccini :-) :-)
85/100 – media 82,143
Chianti Rufina Riserva Vigna Macereto Villa Masseto 2005 Scopetani
Naso dal frutto un po' compresso, e vene di terra. E la bocca è in continuità, con una terrosità netta, personalissima. E sotto c'è il frutto che si fa avanti. Mora soprattutto. E poi il fiore macerato. E c'è freschezza acida che dà slancio alla beva. E c'è lunghezza, che evolve ancora sulla terrosità nera, quasi torbata. E affiora appena un cenno di mallo di noce. E c'è, sul fondo, un ricordo appena appena di toscano. E di china, e di zenzero. Gioca più sul muscolo, comunque, che sulla finezza.
Due lieti faccini :-) :-)
85/100 – media 82,000
Chianti Rufina Riserva 2004 Fattoria di Grignano
Il naso esprime frutto, parecchio, e surmaturo. E la bocca è piena, densa. E c'è vena alcolica, parecchia. Gioca le sue carte soprattutto sul muscolo, sulla potenza. E comunque ha lunghezza considerevole.
Due lieti faccini :-) :-)
85/100 – media 81,143
Chianti Rufina Riserva Cedro 2004 Lavacchio
Naso tra il frutto surmaturo e le vene terziarie animalesche. In bocca c'è freschezza e slancio, e anche tannino, parecchio. E ci trovo comunque buon equilibrio. E il frutto è macerato e ci sono vene di china e note appena appena mentolate. Manca un po’ nella finezza, magari, ma quanto a personalità...
Due lieti faccini :-) :-)
85/100 – media 79,571
Chianti Rufina 2005 Fattoria di Basciano
Colore molto più scuro degli altri Rùfina basic. Mora. Spezia pepata. In bocca c'è bella struttura e tannino ben modulato e morbidezza. Vino che ha carattere, che nutre ambizione. Magari il finale è leggermente amaro, ma trovarne di vini base di questo genere, e il voto medio dei miei soci di bevuta lo dice chiaramente…
Due lieti faccini :-) :-)
84/100 – media 81,714
Chianti Rufina 2004 Colognole
Naso tra il terroso e lo speziato. In bocca c'è bel tannino e freschezza ben modulata e mora e un po' di prugna. Vena sottilmente vegetale, rinfrescante. Buona lunghezza, sulla corda di una vaga vinosità.
Due lieti faccini :-) :-)
84/100 – media 77,429
Il parere contenuto in questa segnalazione è rapportato alla tipologia di vino e poggia in primis sulla piacevolezza che la bottiglia ha saputo trasmettere.
Il giudizio è dato in faccini stile sms.
- un faccino è per un vino di corretta e comunque piacevole beva
- due faccini per un vino di bel piacere
- tre faccini per i vini appaganti, le punte massime delle rispettive tipologie.
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