Angelo Peretti
Ci sono certi vini di cui ti capita di leggere, ma che è difficile, per limitata produzione e scarsa distribuzione, aver nel bicchiere. Fra questi c'era, per me, il Bonnezeaux, appellation della Loira, figlia dell'uva di chenin blanc. Ora n'ho avuta una bottiglina. E me la son goduta.
Leggo che René Renou, il produttore, è personaggio di spicco, presidente del Comité Vins dell'Inao, l'istituto delle denominazioni d'origine transalpine. E che ha concentrato la sua produzione su 8 ettari di vigna, su suoli di scisto e silice. Specializzandosi nei vins liquoreux. Con attesa delle muffe nobili.
Giallo dorato, il suo Bonnezeaux, appen'aperto, propone al naso lo zucchero di canna e qualche accenno di miele di castagno. Alla distanza, un sottile ricordo officinale, d'anice o di mentuccia.
In bocca la dolcezza è contenuta. Eppoi frutta secca. E soprattutto quei frutti antichi che non si trovano neanche dall'ortolano più attento: nespole di bosco, sorbe, pere fatte stramaturare sulla paglia. In fondo, un che di liquirizia. E, sotteso, l'influsso della botrite.
Vino elegante.
Acquistato on line a 29,90 euro in bottiglia da 0,50.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
Il parere contenuto in questa segnalazione è rapportato alla tipologia di vino e poggia in primis sulla piacevolezza che la bottiglia ha saputo trasmettere. Il giudizio è dato in faccini stile sms. - un faccino è per un vino di corretta e comunque piacevole beva - due faccini per un vino di bel piacere - tre faccini per i vini appaganti, le punte massime delle rispettive tipologie.
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