La pizzeria Du de Cope (il due di coppe, che a briscola conta niente, secondo il modo di dire veronese) è il posto giusto per mangiar la pizza a Verona. Pizze in carta una quindicina, piccoline quanto a diametro rispetto alle padelle da turisti, il bordo alto alla napoletana (bene!), le materie prime sceltissime (ho adocchiato l'olio usato dal pizzaiolo: buon extravergine di buon oleificio veronese), la consistenza perfetta.
Ho divorato la romana, delicata, con le acciughe che sapevano di aggiuga e un origano profumatissimo. E poi assaggiato dagli altri piatti del mio tavolo la prosciutto e funghi col prosciutto cotto messo sopra alla fine, la tonno e cipolla con la cipolla di Tropea, la margherita che sapeva di bufala vera. Wow!
Per la pizza, roba da applausi. E poi le birre: oh, che bella scelta! Ho bevuto la floreale Wayan, piemontese, marchio Baladin. E anche il vino è ben scelto: poch'etichette, ma ben prese fra il meglio della veronesità. Ma il dessert...
Ho ordinato la millefoglie strachìn. Perché? Perché il locale è creatura di Giancarlo Perbellini, osannato (giustamente) e pluristellato (ancora giustamente) giovane chef scaligero. Vien da famiglia di pasticceri. E la famiglia ha come simbolo, emblema, marchio di fabbrica, appunto, la millefoglie strachìn, con la crema così morbida che sembra stracca, e s'adagia tra la sfoglia. O così dovrebb'essere. Solo che al mio tavolo l'han portata fredda, troppo. Sotto al limite dell'apprezzabile. Ma come, Giancarlo: m'esalti con la pizza e poi cadi sul vanto di casa? Vabbé, peccato veniale.
Pizzeria Du de Cope - Galleria Pellicciai, 10 - Verona - tel. 045 2092235