Angelo Peretti
Indubitabilmente. Avverbio lungo, desueto. Lo ricordo squillare dalla mia radiolina arancione: era Lelio Luttazzi che lo sillabava quando faceva Hit Parade. Dopo aver chiesto se il tal disco avrebbe mantenuto la prima posizione e se quell'altro invece non foss'in grado di scalzarlo, sanciva che "è ciò che indubitabilmente sapremo la prossima settimana". E poi invece la settimana dopo era ancora in testa "Pensieri e parole" o "Pazza idea".
Ecco, cosa porterà la nuova Ocm - leggi Organizzazione comune di mercato - del vino, lo sapremo indubitabilmente dopo il primo d'agosto. Che è la data della sua entrata in vigore.
O meglio, dubbi ce ne sono, eccome. Si naviga a vista, nel mondo vinicolo, e c'è proprio nebbia. E forse in molti la cosa l'han presa sottogamba e forse, per contro, altri l'hanno sovrastimata. Vallo a sapere.
Uno che ne capisce è di certo, Giuseppe Martelli (nella foto). Che non è solo il (bravo e potente) direttore generale dell'Assoenologi, ma anche il presidente del Comitato nazionale vini e che dunque adesso ha un bel daffare, visto che deve passare al setaccio le millanta richieste di modifiche dei disciplinari di produzioni delle italiche doc.
Se dunque lui ne capisce, è importante leggere quel che scrive sul numero di giugno dell'Enologo, "la voce della categoria". L'organo di stampa ufficiale dell'associazione degli enologi italiani.
nel suo editoriale comincia a mettere alcuni punti fermi. E a toglier di mezzo leggende.
"Di fatto - dice - i consorzi non potranno più svolgere le odierne attività di controllo e anche le camere di commercio dovranno operare si sensi e nel rispetto della norma". E dunque a far da controllori avranno da essere degli "enti terzi", come accade per il sistema comunitario delle dop. Solo che, nonostante manchi poco al big bang, non è ancora chiaro quali e quanti siano 'sti benedetti enti autorizzati a far da controllori.
Epperò, dice Martelli, è da ritenere che "a scegliere l'organismo di controllo siano i produttori e gli operatori di ogni denominazione, visto che sono le aziende che si accollano i costi diretti, ma soprattutto quelli indiretti che potrebbero eventualmente derivare dalla inefficienza del sistema o da una eccessiva rigidità burocratica".
Ci tornerò su.
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