Angelo Peretti
Vediamo un po': cosa apro oggi a tavola? Me lo son chiesto passando in cantina in questi giorni. E in fondo a un scaffale ho ritrovato una bottiglia del Maim del 2003: Garda Classico Groppello, dice l'etichetta.
Il Maim di quell'annata lo amai da subito, ma poi non ebbi più occasione di tastarlo. Strano me ne fosse rimasta una bottiglia. Lo ricordavo vino elegante assai, nel contesto dell'area d'origine, la Valtènesi. E c'era ovviamente dietro ottima mano in cantina, e del resto il Ma dell'intitolazione sta per Mattia, che è poi il Mattia Vezzola ch'è anche general manager di Bellavista, in Franciacorta, mentre l'Im sta per Imer, il fratello, che all'epoca conduceva insieme l'aziendina di famiglia, Costaripa, a Moniga del Garda.
Mi son detto: perché non riprovarlo ora 'sto Maim? E dunque, stappiamo.
Il colore m'ha lasciato da subito un po' perplesso: tendeva un po' al brunito, e dunque temevo l'ossidazione. Invece, porto il bicchiere al naso, ed ecco il frutto ben saldo, magari un po' surmaturo e sulle tracce delle frutta cotte, ma del resto il 2003 è stato così, assolato.
In bocca è velluto. Davvero. Niente dell'asperità dei vini a base di groppello. Invece, proprio, tannino levigato e frutto rotondo, con venature decadenti di fiori appassiti e spezie. E, sì, curiosamente, quella sensazione ch'è tipica dei ceppi d'ulivo spaccati.
La cosa più impressionante è stato berne quel ch'era rimasto il giorno dopo: note balsamiche fascinose di mentiuccia, origano, erbe alpestri insieme alla cannella, al chiodo di garofano, alla prugna cotta.
Ecco, sì, se in Valtènesi si possono far vini così, viva la Valtènesi.
Due lieti faccini :-) :-)
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