4 agosto 2010

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Villa Cialdini 2009 Cleto Chiarli

Angelo Peretti
Ordunque, se avete in mente di fare un barbecue mettendo in conto di mangiar salamelle, braciole, costine di maiale e magari anche qualche fetta di pancetta un pochettino spessa cotta sul fuoco, dovete prevedere anche un vino che sia compagno alla grigliata. Personalmente, trovandomi nella fattispecie predetta, mi son giocato le mie chance prendendo dallo scaffale d'un supermercato una bottiglia del Villa Cialdini, il "cru" lambruschista della Chiarli. E m'è andata ricca.
D'un rosso brillante tra il rubino e il violaceo, ha tirato fuori da subito, al naso, quei toni che s'usano definire vinosi, ossia di vino nella prima fase dopo la fermentaazione, denso di quei sentori che c'insegnano esser primari, ossia di frutto, e qui in particolare di fragolona e lampone, direi.
La bocca è in corrispondenza. E il vino appare brioso sì, ma con una carbonica equilibrata, considerando ch'è un Lambrusco, e un'asciuttezza che convince.
Si beve e si ribeve e accompagna gradevolmente le carni, e direi i salumi, e aggiungerei - averle! - le rane fritte, oppure il pesce di fosso o di risaia. Prima o poi lo proverò sull'anguilla alla brace.
L'ho pagato 4,79 euro, e sono ben spesi.
Due lieti faccini :-) :-)

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