Mario Plazio
Non c’è niente da fare. Il Calvarino è di una classe a parte.
Questo 2004 è ancora troppo giovane ed evolve con grande lentezza nel bicchiere, tanto che si è rivelato un po’ più loquace solo il giorno dopo.
È dominato da una netta sensazione di mineralità che si ritrova nella prima parte della bocca. Poi esce una acidità vibrante e luminosa che non flette di un millimetro.
Fanno capolino aromi di susina e pompelmo, ma resta l’impressione di un vino ancora tutto da risolversi, ad oggi totalmente prigioniero della sua austerità.
Dopo un giorno il vino ha cominciato a respirare, la mineralità si fa ancora più pregnante, rimane comunque l’impressione che solo tra 5 o 6 anni le cose cominceranno ad andare a posto, ed allora sarà davvero strepitoso.
Assolutamente da abbinare ad un grande piatto. Io l'ho messo su un risotto alla provola affumicata e bottarga ed ha fatto una gran bella figura.
Tre faccini :-) :-) :-)
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