5 marzo 2012

Champagne: e poi ci illudiamo di superarlo

Angelo Peretti.
Ogni tanto mi capita di leggere qui e là dichiarazioni in stile "lo spumante supera lo Champagne", oppure "il Prosecco supera lo Champagne". Affermazioni che immediatamente rubrico nella categoria "ma chi se ne frega". Per chi invece fosse tentato dall'orgoglio autarchico e applaudisse agli annunci di sorpasso, riporto qui di seguito alcuni dei dati che ho letto in un comunicato dell'efficiente Centro Informazioni Champagne, che rappresenta in Italia il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (in sigla Civc).
Ebbene, si esordisce scrivendo così: "Nel 2011 le spedizioni registrano una crescita superiore al 7% a valore, ossia 4,4 miliardi di euro, pari a un volume di 323 milioni di bottiglie". Ora, prendendo il telefonino e accedendo alla funzione calcolatrice, non è difficile rendersi conto che quelle bottiglie sono state piazzate ad un prezzo medio di 13,6 euro. Dico: 13,6 euro alla bottiglia. Che non mi pare corrisponda al prezzo meglio degli "spumanti" italici e men che meno del Prosecco da export. Il che è sufficiente per chiudere qualunque argomentazione sotto un silenzio tombale.
Per la cronaca, e per la curiosità di chi è attento a queste statistiche, riporto anche il resto del comunicato champagnista. Si dice: "I maggiori incrementi sono realizzati in mercati lontani. Gli Stati Uniti raggiungono 19,4 milioni di bottiglie (+14,4%) e il Giappone 7,9 milioni di bottiglie (+6,7%). L’Australia si distingue sfiorando una crescita del 32% (4,9 milioni di bottiglie). Le vendite destinate all'Unione Europea (Francia esclusa) crescono del 2,1%, trainate dalla Germania (14,2 milioni di bottiglie, +8,5%), il Belgio (9,5 milioni di bottiglie, +8,5%), l’Italia (7,6 milioni di bottiglie, +6,3%) e Svezia, che fa il suo ingresso tra i primi dieci mercati all’export (2,4 milioni di bottiglie, +6,6% ). Il mercato francese è in lieve flessione rispetto allo scorso anno (-1,9%) a causa di una tassazione delle vendite nel corso degli ultimi mesi dell’anno. I paesi emergenti confermano il loro ruolo di volàno della crescita. La Russia cresce del 24% con 1,3 milioni di bottiglie, il Brasile del 7% e supera il milione di bottiglie. Numerosi paesi dell’Asia stanno conoscendo crescite sostenute: Singapore (+20%, 1,5 milioni di bottiglie), Hong Kong (+15%, 1,4 milioni di bottiglie), Cina (+19%, 1,3 milioni bottiglie), Corea del Sud (+31%, 481.000 bottiglie), India (+58%, 290.000 bottiglie), Malesia (+44%, 266 000 bottiglie). Gli Emirati Arabi Uniti confermano un forte potenziale con poco meno di 1,4 milioni di bottiglie (+18%) ossia quasi cinque volte in più rispetto a dieci anni fa. Da segnalare infine alcuni altri paesi, quali il Messico (800.700 bottiglie, +18%), la Nigeria (688.000 bottiglie, +16%), il Sud Africa (443.000 bottiglie, +15%), la Nuova Zelanda (335.000 bottiglie, +19%) e l’Argentina, che raddoppia i sui volumi (126.000 bottiglie)".
Aggiungo solo che temo di aver dato un qualche contributo alle vendite sul mercato italiano, ma non me la sento di verificare, estratto conto della carta di credito alla mano, se il mio incremento negli acquisti sia pari al 6,3%, in media con quello italiano. Potrei accorgermi di essere oltre...

3 commenti:

  1. Ciao Angelo, una curiosità: all'inizio del post citi una crescita del 7% a valore pari a un volume di 323 milioni di bottiglie. C'è nel comunicato originale un dato complessivo sulla crescita a volume, per poter fare un raffronto tra le due tendenze?

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  2. Ciao Slawka
    Il comunicato è riportato pressoché integralmente: il dato è assente. Però puoi rivolgerti alla sezione italiana del Civc attraverso il form on line del loro sito: http://www.champagne.it/champagne/about-us-contact.php
    A me in altri casi hanno risposto con grabde cortesia e rapidità.

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