Mauro Pasquali
Parlare di vini dolci, è come ripercorrere la storia dell’enologia. Tutte le fonti storiche, tutti i reperti archeologici conosciuti, tutte le tradizioni ed i testi letterari antichi dicono che i primi vini commercializzati furono quelli “dolci” perché, grazie agli zuccheri naturali ed agli aromi aggiunti, potevano conservarsi meglio ed essere trasportati con le navi dai paesi produttori in tutte la parti del mondo conosciuto.
Fra i vini dolci occupano un posto di prestigio (ancorché a rischio di oblio) i vin(i) santi. Uso volutamente questo modo di scriverli ché voglio accomunare in questa parola sia quelli toscani e di Gambellara (vin santi) che quelli trentini (vini santi).
Molte e diverse le spiegazioni sul significato e l’origine del nome Vin(o) Santo: potrebbe derivare dalla parola greca Xantos (giallo) per il colore del vino; per l’uso liturgico e, quindi, santo, che ne faceva la Chiesa bizantina; per l’epoca della pigiatura durante la Settimana Santa (Vino Santo Trentino); per il significato che la Chiesa d’Oriente dava alla parola “santo” cioè il diverso e quindi prezioso e raro; dal nome dell’isola greca di Santorini, che fu chiamata così dai Veneziani in onore di Santa Irene, dove si produceva un vino dolce denominato vino di Xanto.
Oggi i vin(i) santi sono a rischio: nella nostra epoca “fast” il solo pensare che un vino debba attendere sette, otto, nove e più anni per essere commercializzato appare una eresia (ops! forse, parlando di vin santi non è il caso...). Più facile produrre vini passiti che dopo due, tre anni possono essere immessi in commercio,dimenticando che il vin(o) santo, oltre ad essere un vino straordinario quando fatto bene, è il vino dell'ospitalità, il vino che, a scapito della latitudine cui veniva prodotto, dichiarava quanto l'ospite fosse gradito. Era conservato gelosamente nella credenza, spesso chiuso a chiave, e offerto all'ospite importante, amico o autorità che fosse, centellinando in bicchierini il contenuto di una bottiglia a volte di cristallo, così da mostrare appieno il suo colore: oro ambrato.
Oggi sono rimasti in pochi a fare vin(o) santo. Non fosse per i toscani, che ne producono e vendono quantità importanti, per gli altri si tratta di una nicchia: 250-300 ettolitri in Trentino, meno, molto meno a Gambellara e produzioni marginali nel resto d'Italia.
Veniamo ora alla degustazione: otto vin(i) santi otto. Due trentini, due toscani e quattro di Gambellara. Diverse le sensazioni e difficile la comparazione, soprattutto fra quelli (i trentini) riduttivi e gli altri ossidativi. Un appunto: peccato per l'eccessiva giovinezza di quelli di Gambellara: credere nel proprio vino significa anche osare di più nell'invecchiamento e saper aspettare.
Ecco i vini, descritti in 100 battute al massimo ciascuno.
Vin Santo di Gambellara 2004 Giovanni Menti
Giallo oro non tipico. Naso balsamico e mieloso. In bocca dattero, albicocca e bella vena amarognola.
Un faccino :-)
Vin Santo di Gambellara 2004 Cantina Sociale di Gambellara
Ambrato. Al naso frutta matura, uva passa e miele. In bocca morbidezza con finale di mandorla.
Un faccino :-)
Vino Santo Trentino 1998 F.lli Pisoni
Giallo dorato con naso molto elegante e complesso. Freschezza e pulizia in bocca con bel finale lungo.
Tre faccini :-) :-) :-)
Vino Santo Trentino 1997 Gino Pedrotti
Un fuoriclasse. Bel giallo dorato con grande naso elegante. In bocca grande armonia e pulizia.
Tre faccini :-) :-) :-)
Vin Santo di Gambellara 2004 Lino Sordato
Bel giallo ambrato. Naso di frutta matura e dattero. Corpo pieno e intenso con bel finale amarognolo.
Due faccini e quasi tre :-) :-)
Vin Santo di Gambellara 2001 La Vigna
Bel colore ambrato. Naso dolce di frutta molto matura. Bocca un po' stucchevole e mielosa.
Un faccino :-)
Vin Santo Chianti Classico 2001 Fattoria di Fèlsina
Oro rosso. Pesca matura e frutta tropicale. Grande morbidezza ed eleganza. Molto lungo in bocca.
Tre faccini :-) :-) :-)
Vin Santo Chianti Classico 2000 Castello d'Albola
Ambrato. Uva passa, albicocca, nocciola, fico. Morbido e caldo, non stucchevole. Grande lunghezza.
Due faccini :-) :-)
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