Angelo Peretti
La crisi, la crisi. Tutti che han paura della crisi (e un po' di strizza, ammetto, c'è da averla). C'è chi si piange addosso e chi dice che invece occorre essere ottimisti. E quando si parla di turisti, d'ospitalità, d'accoglienza, la parola d'ordine è una sola: "professionalità".
Insomma: alla crisi si scampa offrendo il meglio, il massimo. E allora dagli con lo spiegare - giornali, convegni, workshop e chi più ne ha più ne metta - come ha da esser la "nuova" professionalità turistica.
Poi passi per una località di villeggiatura e vedi un cartello scritto a mano. Che t'invita a svoltare per il cameggio. Cameggio? Sì, cameggio.
Lì per lì ci resti. Una nuova trovata? Una nuova attrazione? Una nuova forma d'aggregazione?
Macché: un errore di scrittura. Campeggio, volevano dire.
Ecco, non c'è dubbio: la nuova professionalità del turismo è lì pronta a nascere. D'altro canto, ormai chi ci fa più caso alla grammatica, all'ortografia, nell'epoca degli sms?
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