Angelo Peretti
Il professor Raimondi l’ho incontrato senz’incontrarlo, anni fa. Ero andato a visitare l’azienda agricola che lui, chirurgo sognatore americano, aveva impiantato nel cuore della Valpolicella, a Gargagnano. Ma s’era dovuto assentare. Mi pare fosse da qualche parte in Scandinavia. Quando sono arrivato in villa, ha chiamato al telefono, e così il giro in cantina l’ho fatto parlandoci al cellulare. E mi spiegò che era arrivato in Italia col sogno di tutti gli americani benestanti: appena in pensione, via a far la dolce vita nel bel paese. Destinazione Liguria, mi pare, a giocare a golf. Ma dopo un po’ ci si stufa anche di far niente e di giocare a golf. E allora, un amico gli ha consigliato la Valpolicella. Fu amore a prima vista. Poi è improvvisamente mancato, e l’azienda, Villa Monteleone, l’ha portata e la porta avanti la moglie, Lucia Duran.
Ci ho messo purtroppo del tempo ad accettare il suo invito a una nuova visita in azienda. E ora che son passato, grazie all’insistenza del suo factotum Raffaele, eccomi a raccontare di quei suoi vini che sanno di pepe e di tradizione. Del pepe dirò dopo. Per la tradizione, dico che fa specie che a fare rossi valpolicellesi della classicità sia una donna originaria di Bogotà e cresciuta negli States.
Il pepe. Ecco: l’ho trovato una specie di costante, di filo conduttore dei quattro vini di Villa Monteleone: il Valpo base, il Ripasso, l’Amarone, il Recioto. Tutti profumatamente pepati, piccantemente pepati, intrigantemente pepati. Vuoi vedere che c’entra il terroir? Parola grossa, il terroir, da queste parti: eppure…
Che dite? Che possono essere artifici di cantina? Direi di no: mi fido del consulente di Villa Monteleone, quel Federico Giotto che ritengo – l’ho già scritto – un genietto. Qui, a mio parere, c’entrano proprio l’uva e la terra. E la volontà di donna Lucia di lasciar da parte le seduzioni modaiole. “Il mio desiderio – mi dice col suo accento latino-americano – è di fare vini molto tradizionali. Non mi piace l’idea della globalizzazione dei vini. So che sarebbe quello che desidera il mercato, ma prima o poi il pendolo tornerà verso la tipicità. Produco solo 30-35 mila bottiglie, e non posso credere che in giro per il mondo non ci siano 30 mila persone che la pensano come me”. Parole sante.
I vini che ho tastato, adesso.
Valpolicella Classico Campo Santa Lena 2007
Esce tardi, il Valpo basic di Villa Monteleone (il 2008 sarà fuori solo l’anno prossimo). Gran profumo in stanza alla stappatura. Subito il pepe e la mora, all’olfatto. E tracce erbaceo-speziate. Bocca fresca. Un che di minerale. E lunghezza.
Due lieti faccini :-) :-)
Valpolicella Classico Superiore Ripasso Campo San Vito 2006
Vino amato dalla signora Lucia: “È importante, ha corpo, ma non è complicato da abbinare”. Esatto. Ed ha un profumo stratosferico: ciliegia stramatura, garofano, fiori macerati. Buccia d’arancia candita. In bocca, ecco ancora il pepe. E frutta. Ma un accenno di rovere un po’ mi attenua la dinamicità.
Due lieti faccini :-) :-)
Amarone Classico della Valpolicella 2005
Chi è in cerca invece d’un rosso amaronista di quelli old fashioned, secchi il giusto, qui trova una soluzione eccellente. Che gran florealità che ha il naso. E che tensione che ti trovi al palato. E c’è lunghezza fruttata, e vena ancora e sempre pepata, e buona freschezza, nonostante l’alcol. Credo sia gran rosso da invecchiare. E non sono esattamente un amaronista...
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Recioto Classico della Valpolicella Pal Sun 2005
M’è capitato spesso d’affermare che un vino dolce se ha giusta acidità lo puoi portare in tavola senz’aspettare il dessert. Questo Recioto risponde ai miei (secondo alcuni) curiosi standard. C’è ciliegia maturissima, uva passa, e ovviamente dolcezza, ma anche freschezza avvincente. Un po’ di bottiglia lo renderà ancora più convincente. Il pepe? Ovvio che c’è anche qui.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Grazie dagli USA. Importiamo adesso il San Vito e avremo anche il Santa Lucia a settembre. Vedi questo link sul nostro blog aziendale, Muddy Boots -- http://www.muddybootsblog.com/2009/05/peretti-on-villa-monteleone.html
RispondiEliminaTerry Hughes
New York City
Grazie mille, Terry!
RispondiEliminaCiao.
Angelo