Angelo Peretti
Fatto tutt’e solo di cabernet sauvignon, questo rosso bordolese (bordolese per davvero: aoc di Médrac, nell’Haut Médoc) è di quello che fanno andare in solluchero i fan dei vini cosiddetti naturali, e tale si dichiara, tradizionale, sull’etichetta (le note di servizio: scaraffare quattr’ore prima, sono scritte a pennarello bianco direttamente sul vetro, e invero secondo me bastano pochi minuti in bicchiere grande). E dirò di più: niente solfiti aggiunti, niente legni nuovi.
Ora, quand’ho di fronte vini così ideologici, da subito mi vien l’orticaria. Però…
Però quando i risultati son come questi, mi vien da pensare. Ché questo ’96 preso da pochissimo (ed è tuttora in vendita) è così giovane giovane da metterti in crisi.
Il colore magari non è dei più accattivanti, torbidino e con un’unghietta già mattoneggiante.
Il naso ha bisogno di tempo per aprirsi: da subito è osticamente chiuso, con un che di riduttivo e di legno vecchio e forse perfino un sospetto di brett (della cui cosa francamente poco mi preoccupo) in quelle sue vene di pellame.
Poi assaggi, e porca miseria che giovinezza: ed è un ’96!
Tannini rustici e ruspanti e graffianti. Acidità in rilievo. Il fruttino maturo – il cassis – che si fa largo pian pianino, ma che è succoso ad onta dell’alcol elevato, ché in etichetta si dice che son 14 gradi. Ma insomma: ha beva. E va giù un bicchiere dopo l’altro. E la spezia che si avanza lo rende ancora più accattivante.
Certo, il legno non è di quelli ruffianetti, ed anzi un po’ polveroso lo sembra. Ma è l’assieme che è attrattivamente old fashiones. E lo bevi.
Insomma: non è l’esempio della finezza, ma di personalità ne ha a palate. E tutto fa pensare che, se il tappo tiene, sia rosso pressoché eterno come longevità.
Comprato on line a 25 euro più uno sproposito di spese di spedizione (calcolate alla fine, tasse incluse, un prezzo attorno ai 30-32 euro a bottiglia, comunque spesi bene).
Due lieti faccini :-) :-)
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