Angelo Peretti
Ecco, quest'è uno di quei rosé che non tradiscono mai. Mi ci sono affidato a cena, dopo una giornata passata ad assaggiare Amarone. Mi ci voleva un vino di personalità spiccata e nello stesso tempo di bell'eleganza, di freschezza dissetante e ancora di giust'asciutezza, ché avevo il palato tormentato dall'alcol e dagli zuccheri amaronisti. E la scelta s'è dimostrata ancora una volta felice.
Il rosé provenzale del Domaine de Rimauresq è, per me, un classico.
Salmone pallido di colore, brillantissimo.
Al naso, accenni lievissimi di pompelmo rosa e d'erbe officinali (menta, direi, ma appena appena tratteggiata). E poi petali essiccati.
Ma più che all'olfatto, impressiona al palato. Ché è vino di gran carattere. Teso, asciutto. Nervoso. Gratta come carta vetrata. Ha vaghe vene di mineralità terragna e una speziatura minuta, finissima, accattivante. Grand'equilibrio d'alcol e d'acidità. Armonico, armonioso: non so mai qual sia l'aggettivo corretto.
E c'è da dire che d'inverno rende ancora meglio che in estate, trovando abbinata con cucine più sostanziose: è bottiglia da stappare senza preoccupazione con piatti anche d'importanza.
Fatto per il 35% d'uve di cinsault, per altrettanta parte di grenache, per il 25% di tibouren e per il 5% appena di syrah. Tredici gradi di alcol.
Costa attorno agli 11 euro on line.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
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