Angelo Peretti
Sul tema del vinino e sul mio "manifesto per la piacevolezza dei vini da bere" si sofferma Franco Ziliani nelle segnalazioni delle WineWebNews che cura, offrendo un servizio preziosissimo, per il sito internet dell'Associazione italiana sommelier.
Franco scrive così: "L'amico Angelo Peretti, che di questo ideale 'manifesto' è l'autore non me ne vorrà se lo definirò un po' una 'riscoperta dell'acqua calda' o la proposta di un qualcosa che altri, ad esempio chi scrive, predicava come indispensabile e ovvia da anni, ma il suo elogio del vino semplice, o meglio, come scrive lui, del 'vinino', espressa sul suo sito Internet gourmet, con tanto di rivendicazione del 'diritto alla piacevolezza dei vini da bere' e alla 'immediatezza appagante della freschezza fruttata e della sapidità' non può che mettere tutti d'accordo".
No, non te ne voglio Franco, anzi! E riconosco che sei sempre stato un autentico supporter dei vini, come dici tu, "semplici", anche quando non era certamente di moda dire che piacevano queste tipologie. Ma adesso non volermene tu se dico di non concordare del tutto con la definizione, appunto, di "vino semplice", perché a mio avviso non necessariamente un vino "da bere" dev'essere, appunto, semplice. Intendo - e se ben ti conosco ritengo tu possa essere d'accordo - che la complessità non si misura in base alla quantità: un vino non è complesso perché ha tanta materia, tanto tannino, tanto alcol. Come nella pittura: perché mai un paesaggio all'acquerello dovrebbe essere più semplice di un astratto all'acrilico? Perché le tinte tenui dovrebbero essere meno complesse nel loro assieme rispetto ai colori accesi? Dunque, ecco che ho pensato a un termine, quello di "vinino", appunto, che riaccendesse un po' il dibattito in un momento di ottime opportunità di cambiamento, di progressivo venir meno dell'infatuazione collettiva per i vini parkeriani, filoamericaneggianti.
Fa piacere che Franco Ziliani (non ne ho mai dubitato) faccia parte della schiera dei sostenitori dei vinini. Ora aspettiamo che anche l'AIS cominci ad apprezzare questi prodotti. Se è vero che Franco Ziliani è uomo autorevole e di cultura, è altrettanto vero che una rondine non fa primavera.
RispondiEliminaMauro Pasquali
Un grazie anche da parte mia a Franco per il sostegno ai vinini. Per quanto riguarda l'AIS, penso proprio che i tempi siano maturi, soprattutto in ambito locale. Se infatti si guarda la guida con i Grappoli, ancora non ci siamo. Non farà primavera, una rondine... ma io lo spero.
RispondiEliminaM.Grazia
Eh, sì: Franco è sempre stato un fan di questa tiplogia di vini. E con lui vorrei ricordare Andreas März, altro giornalista che ha sostenuto e sostiene i vini "che si bevono".
RispondiEliminaFranco Ziliani parla a titolo personale. Io sono solo un giornalista, collaboratore di diverse riviste, tra cui quella dell'A.I.S. Esprimo il mio libero pensiero che non necessariamente coincide con quello dell'Associazione...
RispondiEliminaIl problema in realtà non è quello di schierarsi con i vinoni od i vinini, nelle opportune circostanze sono buoni entrambi. Un aspetto trascurato è che molte famiglie si rivolgono ad un buon vinello da consumo quotidiano e, per risparmiare, consumano lo sfuso. Da sommelier militante io in questi mesi visito aziende che vendono sfuso, selezionando una decina di tipologie di vino (dal custoza al moscato) che una ventina di famiglie tra parenti ed amici poi vanno ad acquistare secondo i loro gusti.Bere così è un bel bere, quando vanno al ristorante mi dicono che per bere bene come bevono a casa devono prendere una bottiglia dai 15 euro in su, contro una spesa per lo sfuso da1,30 a 1,80 euro il litro. Nelle mie ormai ventennali ricerche di buone cantine non trovo molte informazione e collaborazione tra i som, sembra materia poco interessante , lo sfuso viene snobbato, ed una mia proposta per fare una rete informativa per questo consumo anni fa, sembrava fosse un folle attacco alle aziende che imbottigliano. In realtà io penso che con questo mio impegno sul sociale mi guadagnerò il paradiso, pur non frequentando le chiese, e lassù un giorno mi berrò il mio vinino tra i vinini (perchè gli ultimi saranno i primi), un fragolino celestiale, magari insieme ad un altro grande eretico anarchico amator di vinoni e vinelli, un tal Veronelli.
RispondiEliminaMatteo guidorizzi.
RispondiEliminaCome blog è un mortuorio, comunque riproviamo. Cè un bel articolo di Carlo Petrini sulla Repubblica di sabato 5 dicembre che rende bene il momento economicamente tragico per i piccoli vignerons. Non possono competere al ribasso con la produzione industriale, anche quella delle grandi cantine sociali che spesso indirettamente e certo non volontariamente li danneggiano, hanno scarsa forza anche per proporsi al pubblico, possono resistere ad una annata nera, non a due. Petrini parla di concetti come sostenibilità ambientale ed economica rivolgendosi ai produttori, ma poi invita i comunicatori del vino ad imparare a conoscere ed apprezzare i produttori del "vino quotidiano" per difenderli ed aiutarli facendoli poi conoscere al pubblico. Mi sembra che questo calzi con gli ultimi lavori ed impegni di Angelo Peretti. Ritornando al mio primo intervento sul vino sfuso, aggiungo che spesso queste piccole cantine imbottigliano una minima parte della produzione e avviene che chi compera la damigiana acquisti anche un cartoncino di bottiglie per fare un regalo sotto le festività. Anche qui io segnalo a conoscenti dove si possono trovare delle buone bottiglie di aziende sconosciute ma con un ottimo rapporto qualità-prezzo, vedi 60 bottiglie di recioto a 10 euro e 120 bottiglie di un ottimo amarone (buono sarebbe menzogna)a 12 euro più iva che ho fatto acquistare negli ultimi 15 giorni.
evviva i vinini....era ora che "qualcuno" ridesse dignità ad un bere....quotidiano da bere convivialmente, semplicemente con piacere senza elucubrazioni da degustazione.
RispondiEliminabravo e complimenti all'"inventore" verrò volentieri ad ascoltarlo a Vinitaly.
cordialmente.