9 luglio 2010

Champagne Grand Cru Blanc de Blancs 2003 Corbon

Angelo Peretti
In fatto di bolle, siete gente da chardonnay o da pinot (nero, meunier)? Se state col primo dei due schieramenti, questo qui è uno Champagne che penso proprio potrebbe piacervi: il Grand Cru Blanc de Blancs millesimato 2003 della maison Corbon.
Altra domanda: se amate il Blanc de Blancs, preferite la maturità del frutto - magari accentuata dalla vena boisé - o ne cercate una tendenza più spigolosa? Anche in questo caso, se state dalla prima parte, questa è etichetta che fa per voi. Con quell'albicocca - maturissima e in confettura -, quella burrosità, quella nocciola che certo vi daranno soddisfazione.
Lo Champagne in questione m'è stato inviato direttamente dalla casa, e ringrazio. E l'ho provato - bevuto - volentieri.
Mi si dice che la proprietà è di 6 ettari. Ad Avize, Grand Cru caratterizzato da terreni in prevalenza gessosi, "che conferiscono corpo e pienezza allo chardonnay". Ed è questa la linea stilistica del vino: corpo e pienezza, appunto, con l'aggiunta di perlage minuto e cremoso, assolutamente, indelebilmente, perfettamente champagnista.
Dicono, alla maison, che il loro obiettivo è la "ricerca di una più spiccata matericità dello champagne". Be', direi che ci siamo, ed è matericità di lunga persistenza al palato.
Ergo: qui ci ritrovate tutti i requisiti per chi predilige, appunto, lo chardonnay: il vitigno ovviamente, in una zona assolutamente vocata, eppi il frutto e una sostanza setosa e perfino un'annata anch'essa sostanziosa (col suo calore: ricordate vero?).
Oh, aggiungo che se avete in mente di fare un giro nella zona durante le vacanze, una sosta in azienda potrebbe essere interessante, perché - l'ho letto nella documentazione che mi hanno inviato - Agnès Corbon e suo padre Claude hanno allestito tre diversi workshop per gli appassionati delle bollicine franzose. Il primo si chiama "une journée en Champagne" e si propone di far conoscere di tutto e di più in fatto d'elaborazione dello Champagne e di degustazione. Altro stage è quello su "Champagne e cibo". Terza proposta: "L’aoc Champagne et bien plus encore: Champagnes et arômes", dedicato alla fisiologia del gusto. Ovviamente il tutto con visita alla cantina e assaggi. Non male: occorrerebbe che anche in Italia ci fosse simile attenzione alla didattica del vino e a quello che - un po' pomposamente - si vuol chiamare enoturismo.
Ah, dimenticavo i faccini: due, piuttosto lieti :-) :-)

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