14 luglio 2010

Cronaca di un viaggio in Borgogna: #5 Domaine Antoine et Francois Jobard

Mario Plazio
Quinta tappa del nostro viaggio in Borgogna. Confesso che non avevo una grande voglia di fare tappa a Mersault. Troppo spesso sono stato deluso da vini troppo tecnici e con un boisé troppo tostato, ad uso e consumo dei clienti anglosassoni, destinatari di gran parte della produzione di questo settore della Côte d’Or. E come sempre i preconcetti si dimostrano sbagliati.
Eccomi dunque a Mersault. Riassunto delle puntate precedenti: nella prima è stato di scena Vincent Dauvissat, Chablis, poi il Domaine Maume, il Domaine Ghislaine Barthot e il Domaine Louis Boillot, a Gevrey-Chambertin. Ora eccomi al Domaine Antoine et Francois Jobard.
Poco amato dalle guide, segnalato come un produttore sì tradizionalista, ma senza particolari spunti di eccellenza, Jobard, ora spalleggiato dal figlio François, dà vita a vini di una purezza cristallina da lasciare senza fiato. Nessun ammiccamento alle mode enologiche del momento, qui la tradizione significa rispetto del terroir e della identità di ogni singolo cru. La maison pratica una viticoltura semplice, volta a non trasfigurare la trasparenza del vino.
Il legno viene usato con giudizio, i lieviti sono quelli spontanei della cantina, il batonnage non viene praticato nel modo più assoluto. Ne risultano dei vini puri, nobili e finissimi. Prova ne è la degustazione del millesimo 2007, considerato da guide e riviste “difficile” per non dire disastroso. Jobard ha invece prodotto dei vini finissimi, cristallini ed eterei, ovviamente tutt’altro che grassi e opulenti, ma che sapranno invecchiare a lungo ed evolvere in maniera straordinaria.
A dire del produttore sono rimasti gli ultimi a lavorare in maniera tradizionale a Mersault e a non fare uso di tecnologie di cantina moderne. È ricercata la verticalità e la capacità di durare ed evolvere nel tempo. Sono vini di alta gastronomia.
Attenzione: gli Jobard sono numerosi!
Mersault 2007
Ancora indietro, ha bisogno di trovare l’equilibrio. Al momento si sente il legno, la spezia e una nota vegetale che però non disuturba. Austero e poco espressivo.
Un faccino e mezzo :-)
Mersault Les Tillets 2007
Climat nella parte alta del villaggio, qui è trattato come un Premier cru. Terreno con argilla che conferisce delicatezza alla struttura. E’ speziato, minerale e sa di miele. In bocca ha un ottimo attacco e una eleganza che è segno del millesimo. Lungo e fine, termina con una sensazione salina che poche volte ho trovato così evidente.
Due faccini :-) :-)
Mersault Premier Cru Blagny 2007
Terroir vicino a Puligny-Montrachet e sopra il cru Perrières, necessita di vendemmie ritardate. Ricorda per certi spetti il precedente con un supplemento di finezza e di precisione. Quasi timido, si rivela invece lungo e minerale, sente i fiori e la mandorla. Delicatissimo, non deve trarre in inganno la sua apparente fragilità. Ancora la sensazione salina.
Tre faccini :-) :-) :-)
Mersault Premier Cru Blagny 2008 (dalla botte)
Ancora carbonica, poi le caratteristiche note di miele e sale. Impressione di maggiore corposità, anche se è difficile da giudicare. L’equilibrio si gioca verso una materia più concentrata e sensazioni tattili più evidenti. Sembra però meno fine e lungo del 2007.
Due faccini e mezzo :-) :-)
Mersault Premier Cru Poruzot 2007
Molto introverso, esce solo in bocca dove si rivela più grasso e rotondo del precedente. È’ comunque continuo e di buona lunghezza. Miele, camomilla e l’ormai consueto tocco salino sono gli aromi più ricorrenti.
Due faccini :-) :-)
Mersault Premier Cru Genevrières 2007
Una vigna che è assimilabile ad un grand cru: è il pezzo più pregiato della cantina e non ha deluso le attese. Uno dei vini bianchi più grandi di tutta la Borgogna, ricorda (e sorpassa) un Corton-Charlemagne e forse cede solo a qualche Montrachet, che però costano 5 o 6 volte di più. Pur essendo ancora alle prime fasi di una lunga vita, il vino è già un vortice di aromi, che vanno dai fiori di arancio, alla resina, alla nocciola, alle spezie (pepe), allo zafferano. Il tutto è amplificato da una sottostante vena minerale di notevole eleganza. Nel bicchiere non si ferma un istante, continua ad evolvere con cristallina trasparenza. Si intuiscono poi anche la violetta, la ormai proverbiale nota salata (di capperi) e poi nel finale un ricordo di idrocarburi non del tutto usuale negli chardonnay di questa zona. Meraviglioso.
Tre faccini molto abbondanti :-) :-) :-)
Mersault Tillets 2006
Impressione di concentrazione con miele e burro. Più caldo e grasso, è meno fine e verticale del 2007, termina con una leggera sensazione di amaro e di sale. Carnoso e sensuale, non è così raffinato come il 2007. Il 2006, così ben valutato dai vari degustatori francesi, si conferma un millesimo grosso, ma forse non grande. Molti vini sono già evoluti e comunque non così fini come quelli del 2007, troppo presto giudicato come millesimo mediocre.
Due faccini e mezzo :-) :-)
Mersault Premier Cru Poruzot 1997
Un 1997 in controtendenza rispetto alla media dei “colleghi” figli di una annata torrida e poco adatta ai lunghi invecchiamenti. Il vino non ha ancora detto tutto quello che ha nelle sue corde. Balsamico e floreale, ha un impatto notevole, segno del calore della annata, ma continua con eleganza e finezza, riscattandosi nel finale fumé e marino. Gran parte dei '97 bianchi sono già morti. Grande prestazione…
Tre faccini :-) :-) :-)
Mersault Premier Cru Genevrières 1993
Altro millesimo non sempre valutato come dovrebbe o potrebbe, caratterizzato da una elevata acidità. Il cru prende la sua giusta dimensione solo dopo una quindicina di anni di maturazione. Il naso è di una complessità incredibile. E’ chiaramente evoluto, ma ancora giovane. Aromi di nocciola e pietra bagnata accompagnano una bocca di una profondità raramente provata. Chirurgico, elegante, non cede un millimetro e termina su una bellissima nota minerale e di crostacei, accompagnata da sentori di brioche e spezie (tipico del cru).
Tre faccini molto abbondanti :-) :-) :-)
A breve arriverà la sesta puntata, che ci porterà al Domaine Lafarge, a Volnay.

1 commento:

  1. Egr. sign. Plazio,
    ho letto il Suo commento sui vini di Jobard.
    Non so se il vino che ho degustato io é dello stesso produttore: Meursault Genevriéres 1er Cru 2007 di antoin Jobard 21190 Meursault 2 Rue de Leignon.
    In questo vino ho trovato un´aciditá elevata e per il mio gusto si sente anche troppo legno.
    Potrebbe gentilmente comunicarmi se il vino da Lei degustato é di un´altro Jobard? È meglio l´annata 2008? Grazie. Saluti Günther Graus.

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