27 luglio 2010

Rugoli 2006 Davide Spillare

Mario Plazio
Un bianco igt composto da garganega per il 90%, con un saldo di trebbiano. Il vino è ottenuto con una macerazione moderata di circa 18 ore sulle bucce. A Gambellara.
Il colore del liquido è dorato intenso con cenni di evoluzione.
La personalità del vino è evidente dal naso, dove dominano note balsamiche e iodate, accompagnate da sentori di pesca gialla matura. Col passare dei minuti le sensazioni si amplificano, escono anche la frutta secca e a seguire i fiori.
È evidentemente un vino che gioca sul filo dell’ossidazione, senza però che questo ne comprometta le qualità organolettiche.
Al palato è dapprima cremoso, morbido e docile, mentre nella seconda metà entra in gioco una forte spinta acida che lo accompagna nel finale. Le note evolutive si manifestano con persistenza ed intensità nel finale, dove ritornano il balsamico e l’aroma di noci accanto a un accenno di dolcezza che mitiga le sensazioni tanniche di buona fattura.
Il tempo giova al vino che acquista maggiore precisione e pulizia, giungono particolari sfumature di cachi maturi, di buccia d’uva e minerali. Piacciono meno l’insistenza dell’alcol e la sensazione di grassezza che rischia a lungo di stancare.
Il giovane produttore si ispira alla scuola dei vini biodinamici e sembra avere imboccato una strada difficile ma ricca di stimoli e suggestioni. Certo non è un vino perfetto o politicamente corretto, ma non mancano gli spunti di interesse.
Un faccino e mezzo :-)

1 commento:

  1. Angiolino e i suoi proseliti !
    In questi vini la nota ossidativa è sempre, più o meno, presente e proprio non riesco a digerirla.
    La scorsa settimana mi hanno regalato alcune bottiglie ed una era di Maule; ho voluto aprirla cercando di resettare i miei preconcetti, ma ho dovuto per l'ennesima volta arrendermi e accettare il fatto che per me la nota ossidativa di questi vini è un difetto.

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