Mario Plazio
Sesta e ultima tappa del mio viaggio di maggio in Borgogna. Riassimo le puntate precedenti: nella prima è stato di scena Vincent Dauvissat, Chablis, poi il Domaine Maume, il Domaine Ghislaine Barthot e il Domaine Louis Boillot, a Gevrey-Chambertin, dopo ancora il Domaine Antoine et Francois Jobard e Mersault. Ora ecco il Domaine Lafarge.
Lafarge è un produttore per certi versi sulla scia di Jobard. Poco considerato dalle guide, non segue alcuna moda o tecnologia modernista. I vini della cantina (principalmente rossi) vengono ottenuti nella più classica tradizione borgognona. Le fermentazioni avvengono con i lieviti indigeni della cantina e non viene utilizzata nessuna tecnica di estrazione degli aromi a freddo, ormai diffusa nella stragrande maggioranza dei produttori e all’origine di un certo appiattimento del carattere dei vini. Senza farlo troppo sapere sono in condotta biodinamica della vigna da circa 10 anni, con un approccio molto pragmatico e per nulla esoterico. Hanno notato grossi miglioramenti nelle piante e una maggiore spontaneità e precisione nei vini.
Volnay 2009 (dalla botte)
Malolattica svolta, nessun travaso. Vigna di 50 anni. Nella linea dei vini della cantina, slanciato e abbastanza tannico. Il frutto non è sovra maturo, il naso profuma di ciliegia e lampone, mentre al palato l’acidità regala una bella freschezza all’insieme. I tannini aiutano il vino ad allungarsi su note fumé e di sottobosco. Un ottimo “village”
Due faccini :-) :-)
Beaune Premier Cru Grèves 2009 (botte)
Maggiore finezza, la differenza la traccia il palato dove la materia è sicuramente più nobile, fine e continua. Grande qualità dei tannini, dolci e morbidi. Peristente.
Due faccini e mezzo
Volnay Premier Cru Caillerets 2009 (botte)
Meno pronto dei precedenti, sembra però dotato del frutto migliore, dolcissimo ed elegante nonostante sia ancora bloccato dalla presenza di CO2. Ancora una splendida qualità dei tannini. Da rivedere ma sicuramente un eccellente bottiglia in divenire.
Tre faccini :-) :-) :-)
Volnay Premier Cru Château des Ducs Monopole 2009 (botte)
Uno dei migliori vini della cantina, in questa occasione non si presentava nella sua migliore forma. Ancora con molta CO2 a disturbare la degustazione. Minerale e floreale, austero. Da risentire in bottiglia.
Due faccini (ma saranno sicuramente di più) :-) :-)
Volnay Premier Cru Clos des Chênes 2009
Vigne di 60/70 anni, altra specialità della casa. Più a fuoco del precedente. Piace l’impressione di spontaneità e di energia senza forzatura alcuna. Materia sottile ed elegante, lunghissimo sembra non finire mai. Al naso è animale e minerale con cenni di ciliegia e sottobosco.
Un faccino e mezzo
Volnay 2008
A maggio era da un mese in bottiglia. L’annata si percepisce da una materia più snella e con acidità più spinta. Bella frutta fresca macerata e fumé al naso. Minerale e salino, deve ancora assestare i tannini un po’ spigolosi. Eccellente Village.
Due faccini :-) :-)
Volnay Premier Cru Mitans 2008
Maggiore solidità e presenza. Note di sottobosco e menta secca conducono ad una bocca che deve digerire il legno e dai tannini ben presenti. Più largo e lungo del precedente, termina su una percezione salina.
Un faccino e mezzo :-)
Volnay Premier Cru Château des Ducs Monopole 2008
Più minerale che fruttato. Setoso, delicato e lungo, è anche più fine e dotato di tannini armoniosi. E’ al tempo stesso austero e rotondo per la sensazione di equilibrio delle componenti.
Tre faccini :-) :-) :-)
Volnay Premier Cru Clos des Chênes 2008
Più grosso del precedente, chiede ancora del tempo per mettersi a posto. Tannini meno nobili e piuttosto rustici, si farà ma senza la lunghezza e l’armonia dello Château des Ducs.
Due faccini :-) :-)
Volnay Vendange Sélectionnée 2007
Piacevole, si porge meno acido e con un cenno di vegetalità. Sembra anche leggermente diluito. Bello da bere, ma non illumina.
Un faccino e mezzo :-)
Beaune Premier Cru Grèves 2007
Percepibile una maggiore evoluzione. Orientale, speziato, cuoio, in bocca non è dotato di una grande materia, ma gioca la partizione sulla finezza e riesce ad avere una discreta lunghezza. Minerale. Dovrebbe evolvere con grazia.
Due faccini e mezzo :-) :-)
Volnay Premier Cru Clos des Chênes 2007
Abbastanza avanti con la maturazione ho un aspetto morbido e sensuale. Speziato e setoso, ha una buona lunghezza, nel finale esce già una nota di tartufo.
Due faccini e mezzo :-) :-)
Volnay Premier Cru Mitans 2006
Sensazione di calore associata a liquirizia e minerale. Austero e tannico richiede tempo per trovare il migliore assetto. È meno preciso e a fuoco di quanto si potrebbe pensare, e di lunghezza appena sufficiente.
Un faccino e mezzo :-)
Volnay Château des Ducs 2006
Pur non essendo scomposto come il precedente, ne ricalca per certi versi la prestazione. Il legno si percepisce, la materia è potente ma si blocca, non allunga nel finale e presenta dei tannini secchi. C’è la concentrazione ma non l’eleganza.
Due faccini :-) :-)
Volnay Clos des Chênes 1993
Vino di un millesimo eccellente e all’apice della maturazione. Freschissimo, giovane malgrado gli evidenti aromi terziari. Profuma di rosa, cuoio e curry. Bocca orientale, sembra di entrare in un bazar. Spinta ed energia da vendere. Un vortice di aromi si sussegue: lacca cinese, liquirizia in infusione, pietra e mare, erbe officinali. Rende perfettamente l’idea di un grande pinot nella massima fase di evoluzione.
Tre faccini e oltre… :-) :-) :-)
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