6 gennaio 2011
BioMASse
Enrico Lucarini
Acqua non addizionata di cloro. Sale integrale della Normandia. Pasta di grano duro essiccata in quarantotto ore. Burro da panna fresca. Habanero. Papavero. Nigella. Sesamo nero. La tentazione (soffocata) di aggiungere impunemente del parmigiano del presidio delle vacche bianche. Cottura passiva della pasta, come catechizzato da Elio Sironi per intenderci.
Ah, la salsa di pomodoro‽ Direttamente da Pozzuoli. Biotech. Ma non ogm: “mas”. Acronimo di Marker Assisted Selection. In questo caso da un incrocio di San Marzano e Black Tomato. Che dire, usualmente in campo biotech son molto conservatore, tanto quanto son filo rivoluzionario per le arti in cucina. Mi spinge a tale chiusura la consapevolezza del “non ritorno”, del fatto che reputo vi siano precipuamente interessi di pochi, sulla pelle dell’intera biosfera. In particolare mi spaventano le modifiche genetiche volte a creare resistenze, non credo sia corretto creare una superpianta che possa avere il sopravvento sulle altre, alterando equilibri stabiliti in millenni. E la salsa di pomodoro “mas”? Non lo so, la faccenda mi perplime, ho ripromesso a me stesso di rifletterci. Di sicuro la pasta era deliziosa.
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