Angelo Peretti
Torno sul tema Lugana, perché ne ho stappate tre belle bottiglie una in fila all'altra qualche sera fa, con amici. E sono Lugana che riescono a reggere bene il passare del tempo. Come piace a me.
In primis, il più anzianotto, il Lugana Il Rintocco 1996 della Marangona. Sì, 1996, che fu annata magica fra le argille luganiste. Fu annata fresca, acida, e dunque perfettissima per i bianchi che devono durare, e questo Rintocco - che non fu concepito, sia chiaro, per invecchiare - sta durando che è davvero una meraviglia. Fresco, sapido, salato. Con gl'idrocarburi in bell'evidenza. Lo bevi e lo ribevi e non ti stufi, e non c'è nessuna, ma proprio nessuna concessione a quella morbidezza che oggi va tanto di moda fra i bianchisti della zona, ed il finale è teso e asciutto. Un '96 in forma smagliante, nonostante le bottiglie siano dal sottoscritto state conservate in qualche modo, e la foto che correda questo scritto, scattata da Enrico Lucarini, rende idea di come sia messa male l'etichetta, attaccata dall'umidità e dalla muffa (ma come sa chi ama i vini che invecchiano, meglio una cantina umidissima che una secca, sissignori).
Secondo, un classicissimo, per me, ossia il Lugana Riserva del Lupo 2003 di Cà Lojera, che chi volesse può ancora acquistare agevolmente presso il produttore. Ne ho già parlato tante di quelle volte che non è il caso d'insistere: uno dei più bei Lugana di sempre, destinato ancora a lunghissima vita.
Terzo, il Lugana Fabio Contato 2007 di Provenza, che è stato in assoluto il primo Lugana "della storia" a prendere i tre bicchieri dal Gambero Rosso (potranno piacere o non piacere le guide, ma il primo tre bicchieri non si scorda mai), e che oggi - urca - è in forma notevolissima, con quel suo frutto tondo, croccante, quella vena salina, quella bella lunghezza. Certo, non rusticheggia come gli altri due, ed anzi cerca una certa levigatura, ma con garbo, con eleganza, mai cedendo alla stucchevlezza, e per questo si beve molto, molto bene.
Tre bei Lugana, a dirci ancora una volta che 'sto bianco gardesano vuol tempo: mica lo si deve tracannare per forza nell'estate che fa seguito alla vendemmia, vivaddìo.
In tema di lugana d'antan, mi ricorderò sempre lo spettacolare ed indimenticabile brolettino 1997 di Ca dei Frati degustato ad armonie senza tempo a Sirmione nel giugno del 2009. Da quell'assaggio mi sono riproposto di bere brolettino solo dopo almeno 5 anni dalla vendemmia, in modo che il legno assai presente nei primi anni,venga assorbito e si sprigioni la vena minerale e acida della turbiana .
RispondiEliminaMichele Malavasi
siamo ormai un certo numero di produttori impegnati a proporre Lugana d'antan - mi piace il termine e lo ripeto anche se non ne conosco l'origine -
RispondiEliminavorrei poter moltiplicare Michele x tot numero di giovani disposti a leggere il nostro progetto con curiosità e rispetto
... e comunque mi basta che ce ne sia almeno uno
grazie, Ambra Tiraboschi d'antan
Ciao Angelo,
RispondiEliminagrazie per le tue degustazioni, sono felice che il mio primo vino della carriera sia ancora ottimo. La retro etichetta riportava la frase " .... da consumare nella sua prima giovinezza .....". La giovinezza è una sensazione non un termine anagrafico.
Aggiungo una nota tecnica, Il Rintocco e il Riserva del Lupo sono vini affinati in inox.
Buoni assaggi
Carlo Veronese
Carlo, hai colto giusto due volte.
RispondiEliminaLa prima: la giovinezza è una sensazione dello spirito.
La seconda: guarda caso, sono Lugana che non hanno visto legno.
Ho appena avuto il piacere grazie alla disponibilita' della signora Ambra che gentilmente me lo ha spedito, di riassaggiare a distanza di 4 anni la riserva del lupo 2003: una sola parola: chapeau! E aggiungo, concordando con Angelo, che e' un vino che ancora ha tanto da dare, ben lungi da essere a fine corsa, dopo oltre 7 anni di vita.
RispondiEliminaMichele MAlavasi
Sottoscrivo, Michele
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