12 dicembre 2011

Colfóndo?

Angelo Peretti
Nascono come i funghi. Le bottiglie del Prosecco sur lie, intendo, quelle frizzanti, sui lieviti, e dunque torbide, con il fondo, ma scrivo alla francese, sur lie, perché dovrei scrivere - come si usa da un po' - "colfondo", ma c'è una questione che mi inquieta, riguardo a questo nome, e sulla quale vorrei tentare, qui, di proporre una qualche soluzione.
Ordunque, vedo di chiarire.
Colfondo è una geniale intuizione linguistica di Stefano Caffarri, che ama giocare con il vino e col cibo e con le parole sul suo blog appunti digòla (è scritto proprio così nella testatina). Gliel'ha provocata, l'intuizione, Luca Ferraro, vignaiolo-blogger di Bele Casel, azienda prosecchista dell'area dell'Asolo docg: è stato lui, attivissimo su blog, siti e social network, a lanciare in rete tutto 'sto can can sul Prosecco con il fondo.
Di fatto, "colfondo" è un termine, a mio modo di vedere, perfetto per identificare 'sta tipologia di vino insieme antica e moderna. Però c'è un però. Ed è questo: come si legge? Ossia: quale suono ha quella parola? Si riesce a leggerla in forma univoca senza indicare un accento? La riposta è no, non si può leggere in maniera univoca se è priva d'accento. L'accento è necessario. Ma qui c'è un altro quesito: dove e come si mette l'accento? In rete e sulle bottiglie il nome l'ho letto scritto così: colfondo, colfòndo, colfóndo, còlfondo, perfino còlfòndo. Qual è la versione corretta? In passato mi sono sbilanciato per il colfóndo scritto mettendo l'accento acuto sulla seconda o. Credo sia la versione migliore, ma qualche problema di chiarezza resta.
Intanto, che differenza c'è fra l'accento grave e l'accento acuto? Il primo, m'insegnate, è presente sulle vocali dal suono più aperto (come in cèlla, pòrta), il secondo su quelle dal timbro più chiuso (come in céra, mónte).
Ora, "colfondo" è la sommatoria di due parole dal suono chiuso: una preposizione articolata, cól (con il) e, un sostantivo, fóndo. Dunque, le o vanno per forza con l'accento acuto: ó. Non con l'accento grave: ò. Bocciate dunque le versioni scritte così: colfòndo, còlfondo.
Adesso c'è da decidere come usare la ó acuta, chiusa. Verrebbe da pensare che siccome sia cól che fóndo hanno l'accento acuto, varrebbe la pena usare il doppio accento: cólfóndo. Ma questo doppio accento è un'assurdità: inammissibile.
Allora non resta che fare una scelta legata alla migliore chiarezza di lettura possibile. E a 'sto punto l'unica temo sia accentare la parola fóndo. Sperando che il mancato accento su "col" non dia adito a problemi di lettura, non lasci cioè aperta la porta a chi pronuncia la o aperta. La parola "col" può essere infatti sia una preposizione articolata ("con" e "il") pronunciata con l'accento acuto, sia un sostantivo (il colle) pronunciato con l'accento grave, aperto (per esempio, il Còl di Lana). Si pone dunque una questione interpretativa per chi non conosca la tipologia del vino: è "colfondo" perché è "con il fondo", oppure è "colfondo" perché proviene da un qualche "Còl Fondo"? L'accento su fóndo, da solo, rischia di non essere sufficiente a risolvere il problema. Ma il rischio va corso: colfóndo.
Uff, che fatica!

20 commenti:

  1. Angelo, problemi non ce ne sono, a mio modo di vedere: essendo che si forma un'unica parola non su pone il dubbio sulla doppia accentazione ( Su col e fondo). La parola è unica e si pronuncia interamente con l' acconto che è uno solo e cade sulla penultima sillaba. Ed è un'accento acuto. Di solito non ci tengo - ma questa volta sì - a rivendicare la primogenitura sulla questione dell' accento acuto! http://www.soavemente.net/soavemente/2010/11/colf%C3%B3ndo1-il-prosecco-con-laccento-acuto.html

    Inezie sostaziali?

    MG

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  2. Ceto, Maria Grazia. Concordo. E diamo a Maria Grazia quel che è di Maria Grazia. Ma se non si indica, come fa la gente "non locale" a sapere come cavolo suona 'sta parola?

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  3. a parte la questione dell'accento grave o acuto, francamente non riesco a capire in quale altro modo si potrebbe leggere la parola se non "colfòndo". In italiano le parole tronche devono avere obbligatoriamente l'accento (quindi non può essere "colfondò") e tantomeno potrebbe trattarsi di una parola sdrucciola, visto che sfido chiunque a leggere "còlfondo".
    Oltretutto il termine richiama foneticamente il verbo "confondo" che si legge esattamente nello stesso modo, e senza bisogno di alcun accento...

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  4. Il problema è che nella toponomastica italiana ci sono parecchi nomi di comuni o di montagne che cominciano con Còl. I primi che mi vengono in mente: Collebeato, Colleferro, Colfelice. Non potrebbe suonare ugualmente Colfondo? Sicuri che nessuno sia portato a pensare che Colfondo faccia riferimento a un Colle Fondo? Non è poi così raro che nelle etichette di vino si citi un nome geografico. Ed appare un po' ambizioso pensare, per converso, che ovunque conoscano il Prosecco sur lie...

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  5. si chiama colfóndo :) i francesi hanno depositato il marchio sur lie che noi non possiamo più utilizzare

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  6. io facevo riferimento a una semplice questione fonetica. La possibile confusione con l'ipotetico "Col Fondo" c'è, ma mi sembra inevitabile. Ne sa qualcosa Achille Campanile:
    http://www.campanile.it/web/schede/sch_vite_ui_n.htm
    :)

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  7. Perdonami Angelo, ma fatico nel vedere il problema: da noi si chiama (e si scrive) prosecco col fondo, ovvero Prosecco "con il fondo".
    Assodato e dato per certo che il Prosecco col fondo nasce nel triangolo Valdobbiadene - Conegliano - Asolo, e che nella nostra zona si pronuncia come sopra scritto, qual'è il problema?
    Prosecco Col Fondo, al limite Colfondo, ma è già una forzatura.
    Grazie dell'attenzione.

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  8. Il problema è che finché viene prodotto e bevuto in zona... non c'è problema, ma se si vuole proporlo fuori, allora quanto meno deve "suonare" nella stessa maniera, e invece in italiano "suona" in maniera diversa che in veneto. Tutto qui. Ma non mi sembra proprio una banalità. Anzi. E dunque, non è tutto qui.

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  9. Alessandro, mi fa piacere leggerti quando si parla di colfondo.
    Si, è vero, storicamente si è sempre chiamato col fondo, el vin col fondo, poi il francesismo che è dentro di noi ha fatto partire la deriva sur lie, fortunatamente i francesi hanno depositato il marchio e teoricamente non si potrebbe più usare....
    Il fatto dell'accento si, è una forzatura ma il sottoscritto (per gioco) voleva cercare di creare un marchio che più aziende potessero utilizzare. Non ci sono riuscito e poco cambia alla fine. Aver unito le due parole invece serviva solo per problemi tecnici con l'hashtag di twitter da dov'è nata la sfida di organizzare un evento. Tante cose sono state sbagliate in quell'occasione, lo so come la pensi, ce lo siamo detto più volte, più volte mi hai caziato sul tuo blog e io ho preso spunto anche da quei post.
    Ho in testa ho ancora il sogno di radunare tutte le aziende che credono (e producono) colfondo, e spero sempre che gente innamorata di questo vino mi aiuti :)
    Luca

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  10. Luca, credo che Alessandro sia la persona giusta per fare la reunion: avanti!

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  11. Lo credo anche io, lui e giampi sono 2 delle persone che non a caso ho invitato a colfondo1 purtroppo il tempo è poco per tutti e non sempre è facile organizzarci.
    la speranza è sempre l'ultima a morire :)

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  12. Angelo, non mi permetto di dire che il tuo post evoca una banalità (non sei mai banale, e lo dico in modo sincero), semplicemente lo vedevo come un "non problema". Ma forse è vero quanto scrivi, ovvero che lo vedo come Veneto che recepisce un suono Veneto.
    Luca, hai fatto di più, tu da solo, per il colfondo, che la quasi totalità degli altri produttori messi assieme.
    Spero che gennaio veda una grande riunione di giovani produttori con idee da chiarire e poi condividere.

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  13. Ecco, Alessandro, hai centrato la questione. Quella del suono del nome, intendo. Per la reunion, vediamo che decidono, però, Alessandro, il cerimoniere lo dovresti fare tu: se è così, stavolta ci sono anch'io.

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  14. Grazie per quanto scrivi Angelo, anche perché se questo significa il piacere di averti con noi (in zona) mi spendo in prima persona per organizzare tale riunione.

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  15. Alessandro, allora dovremmo trovare una stanza da riempire di pane, sopressa e colfondo, si uscirà solo quando saranno finite tutte le cibarie :) Angelo è intransigente in questo :)

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  16. Caro Anonimo, dov'è il problema?
    Con gioia posso, quasi quotidianamente, constatare come "aldilà del Piave" siano maestri dell'ospitalità, e pertanto pane e sopressa non mancheranno....

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