Angelo Peretti
Oh, certo, in questi giorni sui blog e su Facebook spopolano le informazioni essenziali sui pranzi e sulle cene del periodo natalizio: io ho bevuto questo, io quest'altro. Vabbé, perché sottrarsi? Tra le varie (forse troppe) bottiglie stappate in questi ultime giornate decembrine io cito un pinot nero borgognone che avevo comprato tempo fa da un mio pusher di fiducia. Un Morey-St-Denis 1er Cru Clos Sorbés del 1990 di Truchot-Martin. Buono. Direi buonissimo. Perché scelgo proprio questo vino per il mio outing natalizio? Ma perché non sono una grande bevitore di vecchi rossi borgognoni: confesso che in fatto di rossi d'antan preferisco i Bordeaux, purché ante '83, al massino '85 (poi si sono parkerizzati anche loro). Epperò questo m'è piaciuto davvero. Colore tra il bruno e l'aranciato e il porporino. Naso tra la spezia e il frutto macerato. Un'incredibile bocca di lampone e fragolina di bosco. E una bella, minutamente rotonda lunghezza. Austerità è gioiosità insieme. Ecco: se ne avessi un'altra bottiglia ne sarei felice. Non ne ho più, ma sono stato contento di condividerla con degli amici. Che hanno gradito. Sennò a che servono gli amici?
Morey-St-Denis 1er Cru Clos Sorbés 1990 J. Truchot-Martin
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
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