Angelo Peretti
Invidio la capacità di descrivere il vino che hanno alcuni. Oh sì sì, parlo di invidia pura. Per esempio Massimo Zanichelli, soprattutto quando parla in pubblico. Oppure Alessandro Masnaghetti e il suo sodale Francesco Falcone su Enogea. Io sono molto schematico, quando descrivo l'assaggio. Loro usano felicemente la libertà espressiva e un ampio lessico enoico. Non ci riuscirò mai.Per esempio, sul numero 39 di Enogea, il numero di fine anno, Falcone si occupa della docg di Conegliano Valdobbiadene. Di un Prosecco, e non vi dico quale, perché l'importante non è quello, dice, tra l'altro: "Chiude appena addolcito ma non appiccicoso". Ecco, appiccicoso. Accidenti, è l'aggettivo che cerco da sempre per dire della sensazione finale che ho bevendo certi Prosecchi o anche certi Moscati, ed evidentemente anche troppi passiti o roba del genere. Che ti lasciano, appunto, la bocca che appiccica. Per lo zucchero in eccesso, non compensato da freschezza o struttura. Nei miei appunti scrivo a volte che quel tal vino chiude scricchioloso, per ricordarmi che, appunto, ho i denti che scricchiolano per il troppo zuchero residuo. Ma scricchioloso non è riproducibile, non è chiaro. Appiccicoso è semplice, immediato, diretto, e chiaro. L'uovo di Colombo. Opps, di Falcone, volevo dire. E mi sa che l'appiccicoso glielo rubo, prima o poi.
E'interessante questa tua piccola riflessione, pensa che questa sensazione... appiccicosa, io di solito, nel mio dialetto, la traduco con la parola "tacaiz", appiccicoso appunto. Ma la sensazione, sì è quella... grazie per questa sapida riflessione filologica...
RispondiEliminacpr
Tacaiz, I like it (la parola, intendo, mica il vino tacaiz): era una vita che non dicevo e non sentivo dire tacaiz.
RispondiEliminaCaro Angelo, grazie per la citazione.
RispondiEliminaTi auguro un dolce (ma non appiccicoso;-) 2012. Francesco Falcone
Grazie a te, Francesco. E complimenti.
RispondiEliminaComplimenti a te, per quello che scrivi e grazie di essere tornato. Tuo, Francesco
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