Angelo Peretti
Ho paura del legno: non avevo mai sentito un produttore di vino dirlo prima. Prima, intendo, di sentire Elio Ottin che lo diceva spiegando il suo vino agli Stati Generali del Pinot Nero che si sono svolti qualche tempo fa in Oltrepò Pavese.Ottin non è mica oltrepadano: è valdostano. Era tra gli ospiti. Nella guida degli Stati Generali, curata da Massimo Zanichelli, leggo che faceva il tecnico agrario per l'assessorato regionale all'agricoltura, nella Vallée. Poi ha deciso di mollare il pubblico impiego per seguire le vigne di famiglia e dal 2007 s'è messo a imbottigliare in proprio.
"Ho paura de legno. Ho paura che il legno nasconda troppo il vitigno e faccia perdere identità al vino. Per questo ho scelto l'acciaio": questo ha detto. In acciaio ci fa anche il Pinot Nero, doc Valle d'Aosta. In degustazione c'era il 2009. Buono. Lo comprerei. Anche se il primo impatto, quello visivo, m'ha un po' confuso: troppo scuro per essere un Pinot Nero che piace a me, mi sono detto. Invece poi mi è piaciuto. Perché i profumi erano intriganti: floreali, le rose soprattutto. Eppoi ecco una bocca fruttatissima e "dolce" (morbida, intendo) di frutto maturo e una freschezza che bilancia e dà slancio. Di seguito ecco che tornano i fiori e vanno a braccetto col frutto. Ed emerge un tannino saldo. C'è equilibrio tra frutto, fiore, freschezza, tannino.
Zanichelli, commentando il vino, dixit: "Ha un carattere varietale molto spiccato e grande naturalezza nello sviluppo". Ecco, lui 'ste cose del vino le sa dire meglio di me, e un po' gliel'invidio questa capacità di descrivere. Condivido sulla naturalezza dello sviluppo durante la bevuta. Vorrei poterlo bere di nuovo.
Vallée d'Aoste Pinot Noir 2009 Ottin
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
Sono andato da lui qualche giorno dopo gli Stati Generali. Non lo usa ancora sul pinot nero, ma comunque legno ce n'è in cantina. Poco, ma ce n'è. Lo prende in Alto Adige dai bottai Mittelberger
RispondiEliminaL'anno scorso ho visitato la sua piccola azienda con un amico e mi ricordo di avergli domandato come mai non usasse il legno per il suo pinot nero. Mi pare di ricordare, però, che fosse più una questione di "giovinezza" della sua impresa. Tant'è che stava procedendo a dei lavori di ingrandimento della cantina..
RispondiEliminaComunque davvero ottimo il suo pinot nero; ben più perplesso mi lascia invece la sua petite arvine, per me troppo corposa. Su Elio invece nessuna perplessità: simpatico e accogliente.
Verissimo, Alessandro. L'affermazione della "paura del legno" era riferita al pinot nero, non ad altri vini. Ne ho riparlato col produttore di recente a Piacenza, al Mercato della Fivi. La scelta del "non legno" è relativa al pinot noir,o così almeno mi ha detto, e con questo rispondo anche a Simone.
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