Angelo Peretti
I vini li ho tastati a un’iniziativa mess’in piedi di recente al Castello di Novello, Langa, da Terra dei Vini. E devo dire che m’hanno intrigato. Ché li ho avvertiti di bella personalità. Rusticamente belli, intendo, e vedrete di sotto, nella trascrizione delle note che mi son fatto sul posto, che l'aggettivo rustico diventa un tormentone, ma ho scelto di non cercar giri di parole o sinonimi: quella era l'impressione, e quella ho lasciato. E per far completa la faccenda, l'ho ripresa, l'aggettivazione, anche nel titolo.
Mi verrebbe da aggiungere che li ho trovati vini “veri”, se l’aggettivo non fosse un po’ abusato da qualche tempo in qua.
Ora, non credo sia mica facilissimo presentarsi al mercato con un nome aziendale così poco moderno ed appealing come Erede di Chiappone Armando. Ma evidentemente in quest’aziendina astigiana da Nizza Monferrato - dieci ettari di vigna in tutto, e appena 30mila bottiglie, leggo on line - non badano alla forma, quanto piuttosto alla sostanza. E in effetti, per via di forma, magari dare una rimodernata al sito internet non sarebbe poi così male. Ma tanto, che importa? L’importante è che il vino sia buono, e questi qui il vino lo fanno, appunto, buono.
Di vini n’ho provati tre, ossia le due Barbere e il Freisa, e credo siano le punte di casa. O meglio, a dire il vero n’ho messo nel bicchiere anche un quarto, una curiosa Barbera Chinata (e io sono un fan della china), che ho trovato niente male insieme con certi biscotti all’amaretto che avevo sgraffignato a un tavolino, ma, appunto, non è stato assaggio coi sacri crismi, e dunque non mi ci soffermo oltre.
Qui di seguito, invece, dico dei tre assaggi.
Barbera d’Asti Brentura 2006 Erede di Chiappone Armando
Oh, che buona Barberina, ‘sta Brentura. Fatta in acciaio, e non lo diresti, ché la trovi rustica (ed è, come ho detto più sopra, imprinting aziendale, questa rusticità) e minerale e perfino evoluta su tracce di liquirizia a intridere il frutto, ch’è maturo assai. Ed è frutto al naso e in bocca, con continuità, ed è piacevole questa corrispondenza. E poi c’è gran beva e bella freschezza e tannino spiccato e gran lunghezza. E anche buon prezzo: 6 euro in cantina a privati, mi si dice.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Barbera d’Asti Superiore Nizza Ru 2004 Erede di Chiappone Armando
Ci credono, questi, alla sottozona di Nizza. E ci tirano fuori una Barbera, la selezione del Ru, che è un rosso coi controfiocchi. All’olfatto ci scovi ricchezza di fruttino e vene di terra bagnata e un che di cacao. In bocca il vino è nel contempo rustico (e ci risiamo, dunque) nella pasta e piacevole di frutto. Ha gran trama tannica, intendo, e insieme una fruttuosità succosa e, a completare il quadro, anche una bella freschezza. Insomma, ti vien voglia di berlo, nonostante una certa scontrosità di carattere, che però trova equilibrio nell’ampiezza del frutto. Un vino che intriga per una sorta di doppia personalità. Mica per tutti.
Due lieti faccini :-) :-)
Freisa d’Asti Sanpedra 2003 Erede di Chiappone Armando
Ora, chi pensa che il Freisa sia sempre e comunque quel vinello beverino e un po’ frizzantino che, insomma, non me ne voglia nessuno, somiglia un poco a un Lambrusco fatto però in Piemonte, be’, di fronte a questa bottiglia gli tocca ricredersi. Questo qui è un vinone, invece, ma di quelli che si fan bere. Ha naso terroso e minerale. E c’è frutto perfin macerato. La bocca è robusta, tanica e ruvidamente rustica (e gtre!), eppure avvincente per carattere. E trovi frutto nero. Mora. Ciliegia stramatura. Ed è notevole la persistenza.
Due lieti faccini :-) :-)
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