Angelo Peretti
Il nebbiolo di montagna. Chiavennasca, lo chiamano da quelle parti: terra di Valtellina. Da una dell'aziende tra le più tradizionaliste che ci siano nella tradizione di cantina non solo di Lombardia, ma dell'Italia tutta. L'ArPePe di Arturo Pelizzatti Perego.
Mi dicono che 'sto 2004, che ha fatto un paio d'anni nel legno grande, uscirà ufficialmente a Vinitaly: un buon motivo in più per andare a tastarlo alla kermesse veronese.
Ho avuto la fortuna di provarlo, dunque, in anticipo. Fortuna, ho detto: gran bella bottiglia.
Nebbiolo che più nebbiolo è difficile. Già dalla tonalità: lieve e granata e trasparente e traslucida come ha da essere, senz'alcun doping colorista.
Il naso è fruttino: la marasca, il ribes, direi. E la fragola stramatura. Eppoi la spezia fine.
In bocca è nuovamente tripudio di piccol frutto. E torna la speziatura. E vi si aggiunge memoria di cuoio. E vena terrosa.
Bellissimo vino, fascinoso, decadente e moderno insieme.
Mi dicon che in cantina, a privato, viene sui 13 euro: li vale tutti.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Vai a trovare l'Isabella al Vinitaly, e fà pure il mio nome, oppure ci mettiamo d'accordo e andiamo assieme...
RispondiEliminaPoi mi dirai...
Max Perbellini