Angelo Peretti
Oh, vabbé, lo capisco che scrivere che il Fives Roses è un grande rosato è dire un'ovvietà. Ma questa produzione del sessanteseiesimo anniversario del rosé italiano per eccellenza (sissignori, lo imbottigliano dal 1943, mica scherzi), be', m'ha veramente entusiasmato.
Provato e riprovato a Italia in Rosa, la kermesse rosatista che m'è stato dato d'organizzare - pardon co-organizzare - sul lago di Garda ai primi di giugno, m'ha preso con quella sua perentorietà ed insieme quella sua eleganza.
Al naso e in bocca, è un tripudio di fruttini e di fiori. Decisi, marcati, netti. Eppure anche finissimi, mai invadenti: non corrono alcun rischio di finire sopra le righe.
Eppoi al palato ecco una freschezza prorompente. Che allunga la sensazione succosissima del frutto.
Un rosato da bere e ribere.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Non c'è dubbio che è un grande rosato, tra l'altro la produzione è iniziata in tempi non sospetti e quindi scevro da motivazioni modaiole.
RispondiEliminaA questo grande rosato è legata una curiosa storia accaduta durante la liberazione dell'Italia da parte degli americani ... e da qui il nome FIVE ROSES. Mi piacerebbe che questo aneddoto fosse riportato da qualcuno che lo conosce bene... haimè mi sfugge qualcosa e quindi non voglio riportarla in modo errato.
Degustato recentemente in allegro convivio. Le note fruttate e soprattutto floreali vive, al limite dello stucchevole, lo avvicinavano ai caratteri aromatici di una Lacrima di Morro D'Alba base.
RispondiEliminaRiportando il parere dei convitati, è risultato terzo dietro: Lacrimarosa Campania igt '09 di Mastroberardino, Girofle Salento rosato igt '09 dell'azienda Monaci di Copertino; ma davanti a Vigna Flaminio Brindisi doc rosato '08 dell'Agricola Vallone.
...de gustibus!
Credo che il piacere sia assolutamente soggettivo. Ci si può educare, certo, al piacere, ma la soggettività ne resta l'elemento cardine. Per cui, sì, di gusti non si discute.
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