Mario Plazio
C’è poco da fare. Anche nelle denominazioni meno prestigiose e negli anni più sfigati i pinot nero di Borgogna hanno una marcia diversa. Mi capita spesso anzi di trovare nella fragilità dei vini delle annate cosiddette “intermedie” una freschezza e una spontaneità che non sempre riconosco in quelli dei millesimi top.
Prendo ad esempio il Santenay 2002 dei coniugi Clair. Un vino da esteti fin dal colore per niente forzato. Evoluto ma ancora freschissimo, diviso tra il floreale e il minerale.
Al palato ha solo un pizzico di alcol in evidenza, ma poi si fa amare per la compattezza, la lunghezza che diventa profondità, l’energia che ricorda più un premier cru della Côte de Nuits che non uno del sud della Borgogna. E poi si apre su aromi di rosa canina, lampone, carne e rabarbaro.
Dopo qualche tempo il vino sembra richiudersi in sé stesso, segno che non ha ancora raggiunto l’apice evolutivo, anche se a me va benissimo anche così. Peccato sia l’ultima boccia…
Due faccini, quasi tre :-) :-)
Attenzione Angelo perchè la 2002 in Borgogna è stata una grande annata......non come da noi...
RispondiEliminaPenso anch'io che sia stata un'ottima annata, e del resto là non è piovuto come da noi, ma non mi pare di questo stesso parere Mario Plazio, che ha scritto la recensione, e dunque rispetto la sua opinione, così come credo lui rispetto la tua e la mia.
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