1 giugno 2010

Champagne Grand Cru Brut Blanc de Blancs Bonnaire

Angelo Peretti
C'è chi li preferisce freschi, chi invece li ama di più se sono stati a riposare un po' in cantina. Parlo degli Champagne. Ecco, io sono in genere un seguace della prima linea di pensiero: normalmente, li preferisco non troppo lontani dalla sboccatura. Questione di gusti personali.
Ma come ogni regola, anche questa ha l'eccezione. E una delle eccezioni m'è capitato di viverla qualche sera fa. Sceso in cantina a cercare una bottiglia per cena, ho trovato una boccia di Champagne della maison Bonnaire che avevo lasciato lì almeno un annetto fa. Che fare? Ovvio: si apre. E, accidenti, ho trovato un gran bel vino.
Ora mi trovo a doverlo descrivere, questo vino. E la prima cosa che mi viene in mente è che questo Champagne Blanc de Blancs mi ricordava terribilmente - come dire - uno Champagne Blanc de Blancs. Il che, lo ammetto, può sembrare qualunquista, ma indica invece una totale, assoluta corrispondenza all'imprinting di una precisa tipologia.
Insomma: perfetto già all'olfatto con quella crosta di pane, quella frutta secca, quella brioche all'albicocca, quella pasta frolla burrosa appena sfornata. E la bocca in corrispondenza. E una cremosità avvolgente.
Ora, sì, capisco: più che a una recensione, quel che ho scritto somiglia a una pagina di diario. Be', che c'è di male?
Tre lieti faccini :-) :-) :-)

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