31 maggio 2010

Vinino: se ne parla su Vino 24

Angelo Peretti
Oh, accidenti, questo mi era sfuggito: un post dedicato al vino pubblicato da Cosimo Ricciato su Vino 24 (la foto qui accanto è presa proprio dal blog) Che scrive a proposito del convegno-degustazione che, insieme con Santa Margherita (e su loro espressa ispirazione e sollecitazione), ho potuto realizzare a Vinitaly.
Leggo così: "Un evento interessante che mi ricollega alla parola autoctono e territorialità c’è stato, ho assistito con molto interesse al dibattito-degustazione: bere col sorriso ovvero l’elogio della piacevolezza del vino, organizzato e presentato dall’azienda Santa Margherita e dall’Internet Gourmet Angelo Peretti, colui che, in poche parole ha dato vita ai Vinini".
Poi, Ricciato si chiede: "Che cosa sono i Vinini?" E risponde: "I vinini, brevemente, vogliono essere quei vini che vengono raggruppati in una fascia ben derminata; quella dell’ immediata godibilità, la genuina convivialità, vini capaci di accompagnare tutto il pasto, la fascia di prezzo (massimo otto-dieci euro), non essere mai banali come vini, la facile reperibilità e infine un legame con il territorio da cui provengono, quest’ultimo molto importante. Penso che non sia facile fare una selezione accurata seguendo tutte queste caratteristiche, ma basandomi sulla degustazione dei vini fatta al dibattito, tutto si è rivelato molto piacevole, specialmente nel caso del vino bianco da tavola ottenuto con l’autoctono campano: Catalanesca (penso che ne parlerò più avanti), davvero molto interessante. Secondo me si può fare".
Poi, le considerazioni finali: "Buon punto di partenza sicuramente, per quanto riguarda i vinini, ma la mia riflessione principale si sposa con l’educazione al bere, specialmente per quanto riguarda il bere dei nostri giovani, a mio avviso bisognerebbe coinvolgere le grandi e piccole aziende vitivinicole a partire con progetti mirati a questo tipo di educazione, i giovani, gran parte di loro non conoscono nemmeno la differenza tra alcolico e superalcolico e poi, in tanti il vino non sanno proprio cosa sia. Mi faccio due domande che ritengo essenziali, chiedendo un parere e qualche risposta: sono loro i consumatori del futuro? Se si, i vinini o qualcosa di simile quanto dureranno? E poi a conclusione della mia riflessione penso che il nome Vinini sia troppo riduttivo per un prodotto che è stato ottenuto da un lavoro duro e impegnativo durato come minimo un anno".
Il dibattito prosegue, dunque.

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