24 gennaio 2009

Alcol e sicurezza stradale: il parere della Fivi

Pubblico, condividendone i contenuti, il comunicato diffuso dalla Federazione italiana dei Vignaioli indipendenti in materia di alcol e sicurezza stradale.
Angelo Peretti

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti desidera prendere una posizione chiara e forte rispetto al progetto di legge sulla sicurezza stradale che è in discussione presso la Commissione Trasporti, che presiede l’onorevole Mario Valducci.
La proposta, vorremmo ricordarlo, è quella di abbassare il limite dagli attuali 0,5 grammi di alcol per litro di sangue a 0,2 g/l. Se passasse questa legge praticamente sarebbe vietato a chiunque il mettersi alla guida dopo aver consumato anche una sola birra o un bicchiere di vino.
La Fivi desidera sgombrare il campo da qualsiasi possibile illazione rispetto a una nostra volontà di incitare all’alcolismo tra i giovani e il desiderio di aumentare il numero di incidenti stradali. Siamo per il consumo moderato e consapevole del vino di qualità. La nostra volontà è un’altra, ovvero quella di difendere la possibilità per gli italiani di consumare anche un solo bicchiere di vino a pasto, il cui consumo è addirittura consigliato dalla stragrande maggioranza dei nutrizionisti a livello mondiale. Nessuno con un tasso dello 0,5 ha mai provocato un incidente a causa del suo tasso alcolico, e per questo motivo in gran parte del Vecchio Continente si era fissato già questo limite assai ristrettivo. Abbassandolo a 0,2 si criminalizza il vino e tutta la cultura millenaria che ha contribuito a creare fin dalla notte dei tempi.
Siamo anche stanchi di vedere la nostra produzione assimilata a sostanze alcoliche ben più pericolose per la salute dei giovani e degli adulti come i super alcolici di tipo industriale. Il vino artigianale ha uno stretto legame con il territorio, ha creato una solida economia locale grazie alla forte alleanza strategica con osterie, ristoranti, locande, wine-bar ed enoteche. Questa sorta di proibizionismo che sta colpendo il nostro paese rischia di mettere in ginocchio un intero settore, uno dei pochi che genera profitti e che incrementa il settore turistico italiano.
Chiediamo pertanto che venga assolutamente riconsiderato questo abbassamento dallo 0,5 allo 0,2 per il bene del vino italiano e delle nostre tradizioni enogastronomiche.
Chiediamo, invece, un giro di vite rispetto al consumo di stupefacenti, vera causa di incidenti mortali e che le forze dell’ordine non possono adeguatamente sanzionare per la mancanza di narcotest sulle nostre strade.
Fermiamo le stragi in modo intelligente con un controllo più capillare mantenendo gli attuali limiti che già sono molto stretti, senza per questo colpire ingiustamente chi si spezza la schiena nei campi e tra le botti per realizzare un prodotto artigianale e di tradizione millenaria come il vino.
Uno stato forte è quello che fa rispettare le leggi e non quello che crea limitazioni sempre più strette perchè non ha la possibilità di fare rispettare la propria legislazione.

1 commento:

  1. Anche perchè chi provoca incidenti non ha 0,3 di tasso alcolemico.
    Qui si confonde il limite con la quantità di controlli.
    Abbassare il primo non costa nulla al legislatore, che anzi farà più cassa. Potenziare la seconda invece vorrebbe dire impiegare ulteriori risorse.
    Quando la smetteremo con questa demagogia da quattro soldi?
    Enrico.

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